Insigne e Di Lorenzo hanno giocato dal primo minuto in Italia-Austria: prestazione leggermente sottotono per il capitano del Napoli.
Nonostante una sofferenza non pronosticata e del tutto imprevista, l’Italia ce l’ha fatta a qualificarsi per i quarti di finale di Euro 2020 dove affronterà una tra Belgio e Portogallo: Austria piegata solo dopo i tempi supplementari, con lo 0-0 al termine dei novanta minuti regolamentari a creare più di qualche patema tra i tifosi. Nell’undici titolare schierato da Mancini c’erano due giocatori del Napoli sui tre totali convocati prima del calcio d’inizio della rassegna: Lorenzo Insigne e Giovanni Di Lorenzo hanno offerto prestazioni diverse ma non troppo, differenziate da alcuni dettagli relativi a situazioni di gioco e a decisioni prese, sbagliate o giuste che fossero.
Nel caso di Insigne, la parola giusta per descrivere la sua prova potrebbe essere ‘prevedibilità’: l’ormai celeberrimo tiro a giro col destro è diventato un must del suo bagaglio tecnico, ma anche – e questo potrebbe sembrare un paradosso – un grosso limite per la scarsità di alternative a questa giocata. Contro l’Austria il capitano partenopeo ha provato il suo colpo migliore in più di una circostanza, andando a sbattere contro il muro difensivo eretto da Lainer e dai centrali Dragovic e Hinteregger: la pericolosità quasi inesistente delle azioni ha certificato la ‘pigrizia’ insita nella volontà di provare qualcosa di diverso, praticamente assente nello sviluppo della trama offensiva condotta da Insigne. Non è un caso che, quando sono stati rotti gli schemi, sia arrivata la rete del raddoppio di Pessina propiziata da un filtrante rasoterra del campione di Frattamaggiore per Belotti, a sua volta bravo a difendere il pallone e a toccarlo in direzione del centrocampista dell’Atalanta. La gara di Insigne è poi finita al minuto 108 con la sostituzione con Cristante.
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Altri applausi per Giovanni Di Lorenzo, bravo a meritarsi la riconferma e a sfruttare a suo vantaggio i problemi fisici di Florenzi: stavolta la sua spinta sulla corsia di destra non è stata all’altezza delle precedenti uscite, ma l’ordine con cui ha amministrato quella zona di campo resta un punto in suo favore. Prestazione impreziosita dall’unica vera grande giocata della sua partita, ovvero il coast to coast nel secondo tempo supplementare che a molti ha ricordato quello di Bruno Peres in un Juventus-Torino della stagione 2013/2014: allora l’esterno brasiliano concluse l’azione con un gran goal, al contrario di Di Lorenzo che però si è preso gli applausi a scena aperta del pubblico presente a Wembley. Niente male.
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