Aurelio De Laurentiis torna sull’argomento Superlega: “Avevo avvisato Agnelli, il calcio va cambiato ma non in questo modo”.
Il tema Superlega è tornato prepotentemente d’attualità dopo la sospensione, da parte dell’UEFA, del procedimento a carico di Juventus, Barcellona e Real Madrid, le ultime tre società rimaste ancorate ad un progetto sgonfiatosi a poche ore dall’annuncio. Dei dodici club fondatori non faceva parte il Napoli di Aurelio De Laurentiis, intenzionato a lasciare un’impronta nel mondo del calcio che urge di riforme per uscire dall’impasse e inaugurare un nuovo corso sostenibile. Il presidente azzurro è intervenuto al ‘Passepartout Festival’, proponendo un nuovo assetto non coincidente con la Superlega prospettata da Andrea Agnelli e Florentino Perez: “Ho smascherato Blatter alla FIFA e Platini all’UEFA, non sono ancora riuscito a ripianare il calcio a livello mondiale. La Superlega è figlia delle organizzazioni che pensano di fare le istituzioni con i nostri soldi: che interesse ha un Real o un Napoli a fare la Champions, indebitandosi per fatturare 70-100 milioni in più? Se prima ne ho già spesi 200, allora c’è qualcosa che non va”.
In tempi non sospetti c’è stato anche un monito ad Agnelli: “Io faccio parte dell’ECA e mi interesso del marketing, ad Agnelli dissi subito che la Superlega era un errore, volevano diventare i principali protagonisti. La UEFA va tenuta, anche come segretariato, pagando noi loro con gli introiti e non il contrario. Abbiamo diversi calciatori agli Europei: se si rompono chi mi ripaga i 100 milioni dei vari obiettivi? Perché devo prestarti un giocatore? Ti fai 3 miliardi in 15 giorni e poi devi rivedere tutto. Agnelli, Perez e soci hanno sbagliato, ma è lampante il fatto che il calcio stia fallendo a causa delle istituzioni“.
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Nel mirino di De Laurentiis è finito anche il presidente federale Gravina: “Disse che ci sarebbero stati dei grandi cambiamenti, ma perché in due anni e mezzo non è mai andato al governo per cercare di abolire la legge Bossi-Fini sugli extracomunitari che costano meno alle squadre più piccole? E’ del 2001. Perché non smonti la legge Melandri scritta da Gentiloni, gente che di calcio non ne capisce nulla? Questo sport è in continua evoluzione, di anno in anno“.
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