La rivalità tra Napoli e Cagliari nasce negli anni ’90 col trasferimento di Fonseca, da allora per i sardi è la partita dell’anno.
Domenica pomeriggio al ‘Diego Armando Maradona’ arriva il Cagliari in una gara che dirà molto sulla corsa Champions del Napoli, ma decisiva anche per i sardi che devono ancora conquistarsi la salvezza. La sfida tra le due squadre, peraltro, da anni non è una partita come tutte le altre a causa di una rivalità divenuta storica.
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L’inizio della rivalità Napoli-Cagliari, Fonseca e il gesto dell’ombrello
Tutto nasce all’inizio degli anni ’90 quando Daniel Fonseca, bomber uruguaiano portato in Italia dal Cagliari, lascia la Sardegna per trasferirsi a Napoli. I tifosi rossoblù lo vivono come un tradimento e alla prima occasione ricoprono di fischi il grande ex. Fonseca viene espulso e prima di lasciare il campo applaude ironicamente il pubblico del vecchio ‘Sant’Elia’ meditando la vendetta, vendetta che servirà qualche mese dopo quando festeggia la doppietta decisiva facendo il gesto dell’ombrello: “Non credo sia giusto essere accolto così, è già la seconda volta. Io credo di aver dato tanto al Cagliari e all’isola, come loro hanno dato a me. Ma io tante volte anche quando stavamo per retrocedere giocavo infortunato. Mi dispiace perché nel calcio devi essere sportivo però avete sentito tutto quello che mi hanno detto. Ho avuto una reazione così perché non credo di essermelo meritato”.
Lo spareggio salvezza e la scelta di Napoli
La rivalità tra Cagliari e Napoli però si infiamma definitivamente nel 1997 quando, in occasione dello spareggio salvezza col Piacenza che si gioca al ‘San Paolo’, il pubblico di casa decise di schierarsi apertamente con gli emiliani allenati da quello che sarà il prossimo tecnico azzurro: Bortolo Mutti. Risultato? 3-1 per il Piacenza e Cagliari in Serie B. I tifosi sardi non perdonano e da allora la gara contro il Napoli diventa per quasi tutti la partita dell’anno. Ecco perché domenica, tra salvezza e Champions, nessuno può davvero sbagliare.