Le strade di Gattuso e del Napoli sono destinate a separarsi tra poco più di un mese: tra bel gioco ritrovato e alchimia, quanti rimpianti.
Ammettelo: ieri sera, guardando Napoli-Lazio, vi sono balzati in mente gli antichi pensieri di gloria, retaggio del ‘sarrismo’ e della lotta contro il palazzo tanto cara al ‘Comandante’, poi passato proprio dalla parte del potere. Gennaro Gattuso è uno che non accetta compromessi e non scenderebbe a patti col diavolo pur di salvaguardare i suoi solidi princìpi che rappresentano i capisaldi di questo Napoli, del suo Napoli: il 5-2 del ‘Maradona’ è un inno alla gioia, peccato però che tutto questo sia destinato ad interrompersi tra qualche settimana. Il destino del mister è segnato da tempo, da quando le prime frizioni con la dirigenza lo hanno catapultato nella nuova dimensione di ‘sacrificabile’.
Benitez, Juric, Spalletti e chi ne ha più ne metta: la lista degli allenatori accostati alla panchina del Napoli è sconfinata e anche fastidiosa alle orecchie di Gattuso, che dai vertici societari si sarebbe aspettato maggiore protezione. Scudo mai usato per parare gli attacchi destabilizzatori, in qualche modo tornati utili alla ‘causa’ di qualcuno. Un gran peccato. Soprattutto per quelli che sono i risultati attuali della squadra: al netto del calcio champagne che è sempre un motivo di orgoglio supplementare, è un altro aspetto ad aumentare a dismisura i rimpianti per ciò che non avrà un seguito, ossia l’alchimia di un gruppo che ne ha passate tante e conquistando il ritorno in Champions darebbe lustro ad una stagione terribilmente complicata. La squadra pende dalle labbra di Gattuso, abile direttore d’orchestra che la sfortuna ha saputo prendere di mira attraverso le sembianze degli infortuni: Mertens, Osimhen e Ospina per citarne alcuni, gente che in determinati tratti della stagione avrebbe fatto comodissimo anche solo a livello numerico.
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Due punti sono un’inezia eppure, in una corsa tirata come quella per la qualificazione in Champions, pesano come un mattone: il Napoli dovrà sfruttare un calendario sulla carta favorevole, che lo vedrà in campo contro Torino, Cagliari, Spezia, Udinese, Fiorentina e Verona, avendo già affrontato tutte le dirette concorrenti e con ottimi risultati. 540 minuti di passione per Gattuso, prima dell’inevitabile separazione che darà inizio ad una nuova storia per entrambi: per lui e per il Napoli, con la triste consapevolezza dei rimpianti che attanagliano i pensieri e stimolano curiosità per ciò che avrebbe potuto essere. E che non sarà mai.
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