Fragile con le piccole, forte con le grandi: il Napoli fa la voce grossa negli scontri diretti con le prime della classe e sogna.
Il Napoli è tornato: lo dicono i numeri, lo dice la classifica, lo dice l’ottimo momento di forma culminato nella conquista di tredici punti nelle ultime cinque partite. A Roma si è vista una squadra giocare con lo spirito di una grande, letale nello sfruttare le occasioni nel primo tempo e attenta a gestire il doppio vantaggio, centellinando le forze nella ripresa. Per Gattuso tante indicazioni positive e i complimenti di Aurelio De Laurentiis, arrivati in piena notte con il tweet tipico di chi ha fatto fatica a prendere sonno, travolto dall’euforia per la rinascita della propria creatura.
Il recupero con la Juventus, in programma il 7 aprile alle 18.45, autorizza a sognare in grande, dove per grande si intende quarto posto: lo Scudetto sembra ormai fuori portata, non la Champions League, distante solo uno schiocco di dita quantificabile in due punti con una gara giocata in meno. Se la classifica torna finalmente a regalare sorrisi, gran parte del merito spetta all’ottimo ruolino che il Napoli ha fatto registrare contro le altre big del campionato: come riportato da ‘Opta’, nella classifica determinata dagli incroci tra le prime sette squadre di Serie A, gli azzurri si trovano al secondo posto con 15 punti totalizzati in 9 incontri, alle spalle della sola Inter che invece è prima a quota 18 con lo stesso numero di partite disputate.
Insomma, un Napoli grande con le grandi che fa ben sperare, a giudicare dal calendario dei prossimi 30 giorni che, oltre alla sfida con la Juve, vedrà anche gli impegni con Inter e Lazio, entrambi al ‘Diego Armando Maradona’: se il buongiorno si vede dal mattino, è lecito pensare che in tutti questi scontri diretti i partenopei esprimano il massimo delle loro qualità come hanno fatto finora, dimostrando di non subire troppo la pressione.
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A Castel Volturno si respira tanto ottimismo, misto alla consapevolezza che per resistere ai massimi livelli è necessario l’apporto di tutti: compreso quello di Mertens e Osimhen, per troppo tempo privati a Gattuso e decisivi, sia nella buona che nella cattiva sorte. ‘La Gazzetta dello Sport’ sottolinea un dato che la dice lunga sulla loro importanza: quando il Napoli li ha avuti entrambi a disposizione, ha fatto segnare una media di 2,4 punti a partita che, moltiplicata per i 27 incontri giocati, produce una proiezione di 64 punti, uno in meno dell’Inter capolista. Media che scende vertiginosamente a 1,7 nel periodo in cui sia il belga che il nigeriano erano indisponibili per guai fisici o positività al Covid-19.
Alla luce di questi dati, non possono che crescere i rimpianti per una stagione che avrebbe potuto regalare lotte di ben altro tipo alla truppa azzurra: non resta che fare tesoro degli errori e dare continuità a quest’ottimo momento, da fissare come punto di (ri)partenza per il prossimo futuro.
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