Derby campano col Benevento al Napoli: da sottolineare l’acume tattico di Gattuso che ha cambiato la partita pescando dalla panchina.
Benevento-Napoli ci ha raccontato parecchio, un derby che al suo interno ha raccolto tante piccole sfide tra i giocatori presenti in campo: la più poetica è stata sicuramente quella tra i due fratelli Insigne, Roberto e Lorenzo, entrambi a segno come non accadeva dal 1949 (fratelli Nyers in goal in un Inter-Lazio). Ma alla fine la differenza l’ha fatta un’altra rete, confezionata interamente dalla panchina con sapienza tattica da parte di Gattuso.
Significativo come l’azione in questione sia stata propiziata e finalizzata da due subentrati: Politano, entrato al posto di Lozano, e Petagna, che ha preso il posto di un opaco Mertens. Gattuso li ha gettati nella mischia al minuto 58 sul risultato di 1-0 in favore del Benevento e dopo appena due giri d’orologio è arrivato il pari di Lorenzo Insigne con una magia d’autore, raccogliendo un pallone servitogli, manco a dirlo, da Politano. Ma l’apoteosi si è raggiunta con l’azione valsa il sorpasso: percussione dell’esterno ex Inter e cioccolatino a smarcare l’attaccante di scuola Milan che ha piegato le mani di Montipò da posizione ottimale. Chiara dimostrazione che, nel calcio moderno, avere una panchina di lusso paga i dividendi.
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Due armi in più per il Napoli: Gattuso può godersele
La questione della panchina lunga e di qualità, da cui attingere a gara in corso, è stata affrontata nel post-partita da Gennaro Gattuso ai microfoni di ‘Sky Sport’: “I ragazzi devono capire che giochiamo una partita ogni tre giorni. La strada da seguire è una sola ed è quella dell’impegno e della professionalità. Con cinque cambi a disposizione il calcio è cambiato e chi si allena bene può fare la differenza subentrando. Oggi non esistono più i concetti di titolari e riserve. Ad esempio Politano ha fatto due partite interessanti, oggi (ieri, ndr) è partito dalla panchina e quando è entrato lo ha fatto con veemenza. L’importante è che si faccia parlare il rettangolo verde, non solo la bocca”.