Gattuso ha parlato del rinnovo sul tavolo lanciando un chiaro messaggio alla società. Ora la palla passa al presidente.
Il Napoli continua la sua corsa in campionato e, seppure soffrendo più del previsto ed in rimonta, vince anche contro il Benevento piazzandosi al secondo posto in attesa di novità dal palazzo sul ricorso che punta a cancellare la sconfitta a tavolino contro la Juventus, comminata dal Giudice Sportivo insieme a un punto di penalizzazione.
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Il rinnovo di Gattuso: cosa manca per la firma
La strada intrapresa, scivolone in Europa League a parte, sembra insomma davvero quella giusta a patto che nessuno rompa ancora una volta il giocattolo proprio sul più bello. A tenere in ansia i tifosi azzurri infatti è il nodo relativo al rinnovo di Gennaro Gattuso, arrivato dieci mesi fa a Napoli e capace di rianimare una squadra spenta portando a casa pure la Coppa Italia. Blindare il tecnico della rinascita, insomma, è il punto di partenza necessario per pensare in grande. Ma cosa manca per la tanto attesa fumata bianca?
“No alla clausola, sono un uomo libero”
A spiegarlo, intervistato da ‘Sky Sport’ al termine della gara di Benevento, è stato lo stesso Gattuso che ha lanciato un chiaro messaggio alla società: “Sono contento di lavorare a Napoli e di avere a che fare con la società e di allenare i giocatori. Ho un problema, su contratti non credo tanto, un giorno mi si chiude la vena, prendo e me ne vado a casa. Sapete il presidente come è fatto, ama tutelarsi con le clausole, io faccio fatica”. Rinnovo sì, quindi, ma senza legami troppo stretti da rispettare per un uomo libero come Gattuso: “Non la devo togliere io la clausola. Amo questa squadra, ci sto benissimo, lavoro con persone eccezionali, con il presidente vado molto d’accordo, anche con Giuntoli, con giocatori. La voglia è quella di rimanere, ma sono uno fatto all’antica, voglio essere libero, lavorare con tranquillità. Se bisogna firmare un contratto di sei mesi lo firmo subito, ma mi devo sentire libero”. Adesso la palla passa a De Laurentiis che dovrà decidere se ammorbidire per una volta la sua nota intransigenza contrattuale o rischiare di perdere l’uomo della rinascita azzurra.