Nel Napoli stellare che ha travolto l’Atalanta spicca la prestazione di Tiemoué Bakayoko, già calato alla perfezione nel 4-2-3-1 di Gattuso.
Impossibile trovare un difetto nel Napoli che ieri pomeriggio ha asfaltato l’Atalanta: quattro goal, tutti nel primo tempo, prima di un fisiologico rilassamento culminato nel goal della bandiera di Lammers che non ha cambiato la sostanza del match. Al ‘San Paolo’ si è vista una sola squadra in campo, capace di dettare i ritmi del gioco con un’intensità che solitamente è una prerogativa dei bergamaschi, letteralmente irriconoscibili in fase di costruzione della manovra.
I meriti spettano alla diligenza del Napoli in fase di non possesso, letta alla perfezione da Tiemoué Bakayoko che si è già imposto nell’undici titolare con il suo possente fisico da gladiatore. Il francese ha giocato da frangiflutti davanti alla difesa in coppia con Fabian Ruiz, chiudendo tutte le linee di passaggio ai palleggiatori dell’Atalanta che, come non si vedeva da tempo immemore, sono stati costretti a ripiegare su una miriade di passaggi orizzontali senza alcun sbocco offensivo, rinunciando a quella verticalità che finora ha rappresentato uno degli incubi maggiori per le difese avversarie.
Bakayoko ha stravinto il duello in campo con De Roon, non di certo l’ultimo arrivato: la sua grande fisicità ha avuto la meglio sulla visione dell’olandese, stretto nella morsa assieme a Pasalic ed impossibilitato a fare il suo solito gioco con i suoi proverbiali inserimenti che al ‘San Paolo’ non si sono praticamente mai visti.
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L’acquisto di Bakayoko in prestito dal Chelsea è stato una precisa richiesta di Gattuso che, appena ha saputo della possibilità di tornare a lavorare con il suo pupillo, non ha preso in considerazione altre opzioni per il centrocampo. Un rapporto che, però, ha alternato diverse tipologie di momenti, rischiando di spezzarsi irrimediabilmente da un giorno all’altro. Come nel maggio 2019 durante un Milan-Bologna: Biglia si fa male e chiede il cambio immediato, Gattuso sollecita Bakayoko a scaldarsi con maggiore intensità per anticipare la sostituzione, ma il francese risponde chiedendo più tempo per prepararsi. A quel punto Gattuso manda in campo Mauri e tra i due nasce un battibecco, risolto soltanto in un secondo momento. Ma, come ben si sa, ‘un amore non è bello se non è litigherello’.
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