La permanenza di Meret al Napoli potrebbe essere presto messa in discussione: ci sarebbero già stati dei contatti con un’altra società.
Partire con le grazie dell’allenatore per poi ritrovarsi a lottare nel ruolo di riserva da un giorno all’altro. La stagione di Meret può essere riassunta così, dalle stelle della prima parte alle stalle della seconda, che ha sorriso al collega Ospina. Gattuso preferisce il colombiano, ritenuto più abile coi piedi nel far ripartire l’azione dal basso, pratica divenuta comune tra le squadre. Il contratto di Meret col Napoli scadrà nel 2023: manca ancora tantissimo dunque, ma una riflessione sul presente e sull’immediato futuro è giusto farla.
Restare relegato in panchina e non poter sfruttare le enormi qualità tra i pali deve essere frustrante, a maggior ragione per un ragazzo di 23 anni che ha fatto amicizia con paragoni tanto illustri quanto scomodi. Se qualcosa non cambierà, non dovremo sorprenderci qualora accadesse un colpo di scena come la separazione. Secondo ‘Sportitalia’, ci sarebbero già stati dei contatti tra Aurelio De Laurentiis e Giuseppe Marotta: l’Inter monitora la situazione e sarebbe pronta a lanciare l’assalto a Meret per affidargli le chiavi della porta che attualmente è difesa da un mostro sacro come Samir Handanovic. Un’operazione di ampio respiro per i nerazzurri che devono guardarsi intorno alla ricerca di un nuovo guardiano, complice l’età avanzata dello sloveno che non può lasciare tranquilli in ottica futura, così come la scadenza nel 2021 e un rinnovo che non è ancora stato ufficializzato.
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Meret dal Napoli all’Inter per sostituire Handanovic: regia di Pastorello
Il passaggio di Meret all’Inter potrebbe essere favorito dal lavoro di mediazione del suo agente, Federico Pastorello, che con i nerazzurri vanta ottimi rapporti (ha avuto un ruolo importante nell’affare Lukaku). Peraltro, Pastorello era anche il procuratore di Handanovic che nel 2017 decise di cambiare affidandosi a Fali Ramadani: un passaggio di consegne tra i pali che, ironia della sorte, potrebbe concretizzarsi grazie all’opera dell’uomo che fu uno dei primi a credere nelle doti dello sloveno.