La Serie A ripartirà a porte chiuse, tra polemiche generali, incoerenze e necessità, soprattutto di natura economica, come dichiarato dal presidente della Federcalcio Gravina.
Manca solo l’ufficialità, il via libera del Governo, ed il pallone tornerà a rotolare sui prati degli stadi italiani. Certo, le polemiche non mancheranno in merito alla ripresa a porte chiuse. Innanzitutto, molti gruppi di tifosi organizzati hanno espresso la loro contrarietà, soprattutto perché si continuerà a giocare senza pubblico. Secondo l’allenatore della Francia Didier Deschamps “Una partita di calcio normale si svolge senza restrizioni e con uno scambio tra pubblico e giocatori in campo”. Inoltre, descrive incoerenti certe immagini provenienti dalle partite della Bundesliga, primo campionato a ripartire dopo l’emergenza Covid-19: “I calciatori giocano con tutti gli elementi del calcio: scontri e contatti – dice a Le Parisien – Poi, quelli di riserva sono distanziati l’uno dall’altro e indossano la mascherina. Non lo capisco, fanno tutti parte dello stesso impianto e potrebbero entrare da un momento all’altro. Che incoerenza!“. Deschamps non abbassa i toni e rincara: “La ripresa dei campionati in alcuni Paesi risponde ad esigenze economiche. In Spagna e Inghilterra stanno pianificando la ripartenza del calcio maschile e non di quello femminile, che genera meno entrate. Questo dice tutto!”. A tal proposito, oggi il Ministro Spadafora dovrà dare un responso anche per la Serie A femminile.
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Quando il Ct della Nazionale Francese afferma che si ritorna a giocare solo per una ragione economica, non si può dargli torto. Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha lavorato incessantemente per far ripartire la macchina calcistica italiana e ieri ha ribadito le motivazioni in una lettera a ripartelitalia.it: “La Federcalcio ha lavorato per impedire che la crisi economica potesse compromettere la passione degli italiani verso questo splendido gioco. Un settore che produce emozioni, e che genera introiti importanti per lo Stato – e aggiunge – Abbiamo lavorato con il Ministro dello Sport, con quello dell’Economia e quello della Salute per ripartire in sicurezza, perché il ritorno in campo attutisce il crollo dei ricavi che altrimenti sarebbe stimato oltre 700 milioni di euro“. Dunque, tutelare lo svolgimento regolamentare delle competizioni, ma soprattutto tutelare “100 mila lavoratori, un milione e mezzo di tesserati professionisti e 4,7 miliardi di fatturato“.
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Le squadre torneranno in campo in un clima surreale per circa 12 partite, qualcuna anche più. Remota l’idea di poter ritrovare parte del pubblico all’interno degli stadi già da luglio. Una delle ragioni principali per il quale il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora oggi potrà dire il tanto sperato sì, sarà proprio la garanzia che si giochino Serie A, Serie B e Serie C a porte chiuse. Gli stadi potranno avere al massimo 333 persone, divisi in 3 zone dell’impianto, circa 100 ciascuna. I calciatori dovranno rispettare alcune regole, come quelle dell’esultanza a distanza, oppure quella di non sputare sul terreno di gioco. Le squadre scenderanno in campo quasi ogni tre giorni, in tre fasce orarie: 17, 19.15 e 21.30. Questi orari sono ancora da stabilire ufficialmente, ma di certo non giocheranno prima delle 17:00 a causa del clima, insostenibile per chi fa sport.
Dunque, la Serie A ritorna e lo farà a porte chiuse, senza tifo e con qualche polemica. Lo farà per terminare legittimamente il campionato, per questioni legate ai diritti televisivi, per questioni economiche relative ai contratti dei giocatori e dei dipendenti delle società, e lo farà per tutti coloro che lavorano nel settore calcistico. Saranno partite che assomiglieranno lontanamente al gioco del calcio, come allo stesso tempo sarà una lunga, calda e strana estate italiana all’insegna del distanziamento e delle mascherine.
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