Gravina e alcuni presidenti della Serie A spingono per la ripresa del campionato, ma il Comitato tecnico Scientifico frena: non c’è fretta, il calcio è uno sport di contatto. La palla passa al Governo
Rischiamo di essere ripetitivi. Così ha detto Gabriele Gravina spiegando cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni in tema di ripresa del campionato. Domani è prevista una riunione con il Comitato tecnico scientifico della Federcalcio dove emergeranno le linee guida per provare a riprendere la stagione con i dovuti protocolli. C’è da capire come far svolgere i tamponi ai calciatori. C’è la necessità di indicare una strada sulle modalità da seguire per il ritorno nei centri sportivi, per gli allenamenti. Si punterà a fine aprile almeno per fare i controlli medico-sanitari, in parziale deroga al lockdown nazionale che terminerà il 4 maggio. Gravina ha affermato ai microfoni di Sky Sport di voler tener conto delle indicazioni provenienti dall’alto: “Noi seguiamo la Fifa, la Uefa e le direttive del nostro Comitato tecnico Scientifico”. L’idea della Federazione, che è un po’ quella di tutto il calcio di alto livello esclusa qualche rabbiosa eccezione, è quello di trovare una soluzione per completare tutti i campionati entro metà luglio, costi quel che costi. Anche se, il Presidente della FIGC non ha voluto comunicare una data limite per la chiusura della stagione. Inevitabilmente, si dovrà chiudere a luglio, poiché Champions ed Europa League saranno concluse con una mini maratona di 3 settimane fino a metà agosto, probabilmente in un’unica sede. Per quanto riguarda la ripresa, la fine di maggio sembra un obiettivo raggiungibile, ma al momento non c’è nulla di certo e non ci sarà almeno finché non sarà terminata l’emergenza. E non tutte le regioni arriveranno nelle stesse condizioni sanitarie, e questo sarà da tener presente in caso di trasferte nelle zone più a rischio.
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Ieri pomeriggio, dopo la diramazione dei dati del bollettino giornaliero della Protezione civile, Rezza (direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Iss e membro del Comitato tecnico scientifico) ha dato un suo parere sulla ripresa del campionato di calcio: “Non sono favorevole. Il calcio è uno sport di contatto e ci può essere il rischio di trasmissione del virus”. Una brusca frenata per tutti i tifosi e i presidenti dei club che stanno lanciando messaggi di speranza. E’ stata una doccia fredda ascoltare quelle parole. Proprio il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, augurando una buona Pasqua ai suoi tifosi, aveva assicurato il suo impegno per ritornare quanto prima in campo. Purtroppo, le dichiarazione del professor Rezza sono tutt’altro che incoraggianti.
La Federazione spinge per giocare, per non darla vinta al virus. Soprattutto per non risarcire le emittenti televisive. Non sono dello stesso avviso medici ed esperti, che vogliono andarci piano, con i piedi di piombo. Alla fine, l’ultima parola spetterà al Governo: ricominciare o meno sarà una decisione che scontenterà qualcuno, ma non è più tempo di rimandare la questione.
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