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Amarcord – I 5 anni di Lavezzi al Napoli: la storia del Pocho

Il trasferimento al Genoa sfiorato, la chiamata di Marino, il tridente con Hamsik e Cavani, la doppietta contro il Chelsea: la storia di Lavezzi al Napoli.

Un argentino a Napoli vent’anni dopo Maradona. Non poteva che essere amore tra Ezequiel Lavezzi ed il popolo del ‘San Paolo’. Il Pocho, soprannome che l’ex attaccante deve al suo cagnolino, sbarca sul Golfo nell’estate del 2007 insieme a Gargano e Hamsik. Resterà cinque anni crescendo insieme alla squadra: dalla sofferta salvezza del 2008/09 al ritorno in Champions League. Sempre a tutto gas e col dribbling in canna.

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L’intuizione di Marino: Lavezzi al Napoli

Lavezzi-Hamsik, doppio colpo del 2007 (Getty Images)

A portare Lavezzi al Napoli è Pierpaolo Marino, storico dirigente del calcio italiano e grande talent scout che intravede nel Pocho le qualità giuste per infiammare il ‘San Paolo’. In realtà l’Italia aveva scoperto Lavezzi già nel 2004: dopo un provino non superato con la Fermana quando aveva solo 15 anni, ad acquistarlo è il Genoa di Preziosi che però decide di lasciarlo un’altra stagione in prestito al San Lorenzo e l’anno dopo retrocede in Serie C causa illecito sportivo. Lavezzi a quel punto chiede ed ottiene di tornare in Argentina, dove vincerà il campionato di Clausura col San Lorenzo da protagonista. Abbastanza per finire sul taccuino di Marino, che lo porta al Napoli versando 6 milioni di euro al club di Buenos Aires e gli spalanca finalmente le porte del nostro calcio.

Il soprannome Pocho: tutto merito di un cagnolino

L’esultanza del Pocho (Getty Images)

Per tutti Lavezzi in Italia sarà il Pocho, un soprannome che a differenza di quanto si pensa non ha nulla a che fare con le sue caratteristiche fisiche o tecniche: “Quando ero bambino avevo un cane che si chiamava Pocholo. Quando se ne andò, mio fratello ed il suo migliore amico cominciarono a chiamarmi con quel nome perché rompevo le scatole proprio come lui. Da quel momento la gente della mia città, Villa Gobernador Gálvez, cominciò a chiamarmi Pocholo, finché in Nazionale Under-20 incontrai un vecchio compagno della mia stessa città che, conoscendo il mio soprannome, cominciò a chiamarmi Pocholo davanti a tutti i compagni. I ragazzi dello spogliatoio abbreviarono Pocholo in Pocho e da quel momento diventò il mio nome, il mio marchio”.

La storia al Napoli: doppietta in Champions e trionfo in Coppa Italia

Lavezzi trionfa in Coppa Italia (Getty Images)

Lavezzi debutta col Napoli la sera di Ferragosto del 2007 in Coppa Italia insieme ad Hamsik, tre giorni dopo realizzerà addirittura un tripletta contro il Pisa sempre in Coppa Italia. Il primo goal in Serie A invece arriverà alla seconda giornata di campionato sul campo dell’Udinese. E sempre contro i friulani, al ritorno, siglerà la sua prima doppietta. La stagione 2007/08, la prima in Europa, si chiude per Lavezzi con 8 goal in 35 presenze. Le cose vanno decisamente peggio l’anno dopo, quando il Napoli rischia addirittura la retrocessione. Il meglio però deve ancora venire e arriverà per il Napoli e Lavezzi con l’avvento di Walter Mazzarri in panchina. Il tecnico toscano schiera l’argentino in coppia con Quagliarella, mentre Hamsik agisce alle loro spalle. Risultato? Sesto posto e qualificazione diretta in Europa League.

Proprio l’Europa sarà terra di conquista del Pocho: dal gol contro il Liverpool alla storica doppietta contro il Chelsea negli ottavi di Champions League. Champions dove il Napoli torna nel 2010/11 grazie al terzo posto dietro Milan e Inter. La stagione migliore di Lavezzi, quella successiva, sarà anche l’ultima a Napoli in un tridente da sogno con Hamsik e Cavani (al quale intanto ha ceduto la sua numero 7): sono 9 i gol realizzati, record personale del Pocho. A maggio 2012 poi ecco il trionfo in Coppa Italia contro la Juventus di Conte, che resterà il primo e unico trofeo conquistato da Lavezzi a Napoli. L’argentino meno di un mese dopo infatti volerà a Parigi per 30 milioni di euro. La sua avventura in azzurro si chiude con un totale di 188 presenze, 48 gol e un posto di diritto nel cuore dei napoletani.

Lelio Donato

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