Taglio stipendi, il legale azzurro si schiera contro la Juventus, rea di aver intrapreso una strada personale rischiando una frattura con altri club
Il calcio è in difficoltà e rischia di entrare in una spirale senza precedenti fra calo degli introiti e svalutazione del parco giocatori. Una serie di eventi legati tra loro che finiranno inevitabilmente per limitare i movimenti di mercato dei club e abbassare sensibilmente il prezzo dei cartellini. Uno studio del CIES evidenzia come i club vedranno il parco giocatori svalutato di una cifra intorno al 30%. Per il Napoli la perdita di valore sarebbe di 181 milioni, il 29,8% del valore della rosa, che passerebbe da 608 a 427 milioni. Anche per questo la strada del taglio degli ingaggi inizia a sembrare l’unica percorribile. La notizia più importante in tal senso è l’accordo che il Barcellona ha trovato con i suoi calciatori. Stipendio decurtato del 70% per tutta la serrata da coronavirus e un fondo di emergenza, istituito dagli stessi calciatori, per aiutare i dipendenti del club in questo momento drammatico.
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Taglio stipendi, Grassani attacca la Juve: “Ha creato una frattura”
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In Italia la strada l’ha tracciata la Juventus, ma l’accordo interno ha suscitato non poche perplessità. Come dimostra il legale del Napoli, Mattia Grassani, che alla radio ufficiale ha parlato così: “La Juventus ha preso una strada propria, creando una frattura – ha detto Grassani – Per una situazione del genere serve un accordo sindacale, un protocollo di intesa. Altrimenti si pensa solo agli interessi individuali e si rompe il fronte comune, perchè gli altri 19 club potrebbero prendere strade diverse.”
“L’indotto del sistema calcio è di 8 miliardi di euro, da questo tsunami di eventi possiamo uscirne solo anteponendo a una logica di interesse individuale una logica di sistema e di obiettivo comune da raggiungere – ha proseguito il legale azzurro – queste situazioni piegano l’economia mondiale, non solo il calcio. E se non verranno trovati gli accordi sulla riduzione degli emolumenti, sui diritti tv, sulle sponsorizzazioni, così si finirà tutti al cimitero. I club in questo momento storico non devono ragionare da singolo, ma da gruppo facente parte dello stesso sistema.