Doveva essere il 2020 l’anno giusto per tornare a rigiocare i Play Off nel campionato di serie A femminile di pallanuoto e invece anche quest’anno si “assisterà” alla Final Six
Dopo settimane di allarmismo e preoccupazione, il Governo ha deciso di provare a limitare il contagio da Coronavirus chiudendo scuole e università e imponendo le porte chiuse alle manifestazioni sportive.
E se nel calcio i potenti club di serie A continuano a ribellarsi e torcere il naso per queste misure cautelative che vanno contro i loro interessi economici, nel mondo della Pallanuoto femminile non solo si disputeranno le partite a porte chiuse ma cambieranno le modalità per l’assegnazione del titolo di serie A1 e tutto questo in un silenzio assordante da parte dei club: dai tanto desiderati Play off si fa un passo indietro e si torna alla formula della Final Six.
La scorsa settimana a causa del Coronavirus sono state cancellate dalla FINA le qualificazioni olimpiche in programma a Trieste dall’8 al 15 marzo 2020. A quel punto o si sceglieva una nuova sede , Grecia e Ungheria in pole, o si cambiavano le date.
E così dopo alcuni giorni la FINA grazie a un importante lavoro del Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli ha deciso che sarà comunque Trieste ad ospitare le qualificazioni per Tokio 2020 dal 17 al 24 maggio 2020.
Il campionato di pallanuoto femminile di A1, che doveva ricominciare a fine marzo, dopo le qualificazioni, riprenderà sabato 14 marzo con l’anticipo della penultima giornata di campionato e terminerà sabato 18 aprile.
E quindi, dopo aver desiderato per anni il ritorno alla formula dei Play Off, nemmeno il 2020 sarà l’anno delle squadre che tornano a giocarsi il titolo nelle proprie città, davanti ai propri tifosi e soprattutto nelle piscine piene di persone.
Si fa un passo indietro, anzi molti di più perché si torna alla Final Six giocata in 3 giorni in una città ancora da definire ma lo si fa il 28-29-30 aprile, cioè un martedì, un mercoledì e un giovedì.
Augurandoci che a fine aprile l’allarme Coronavirus sia rientrato e che le manifestazioni sportive potranno di nuovo essere vissute dai tifosi a bordo campo e bordo piscina, è comunque difficile immaginare una piscina piena in giorni infrasettimanali.
Proprio nell’anno Olimpico, quello da sfruttare al massimo a livello di visibilità e che potrebbe cambiare totalmente la storia di uno sport troppo spesso ai margini dell’interesse nazionale, la pallanuoto femminile sembra continuare a far acqua da tutte le parti.
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