La vittoria contro la Juve rischia di fare scattare un eccesso di euforia già pagato a caro prezzo in passato dal Napoli. Il precedente Liverpool insegna.
Quella di domenica è stata una notte da sogno per Napoli e tutti i napoletani. La partita contro la Juve d’altronde è da sempre l’appuntamento più sentito dalla piazza, a maggior ragione oggi che su quella panchina siede l’ex comandante Sarri. Dopo una notte di festa però l’ambiente deve rimettere presto i piedi per terra anche perché la classifica attuale, purtroppo, non consente voli pindarici ma riporta il Napoli alla triste realtà di una stagione che ad oggi resta fallimentare, almeno in campionato.
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Il distacco dalla vetta infatti è di ben 24 punti e anche la zona Champions è ancora lontanissima: -12. La vittoria contro la corazzata bianconera, per quanto prestigiosa, non può quindi bastare a salvare la stagione e non deve illudere. D’altronde qualche mese fa il Napoli, allora allenato da Ancelotti, era stato capace di raccogliere 4 punti su 6 contro i Campioni d’Europa del Liverpool ma questo non ha impedito agli azzurri di sprofondare in campionato fino all’esonero dell’ex tecnico ed a una lunga crisi di cui solo ora si intravede la luce in fondo al tunnel. Questo gruppo insomma non è nuovo alle grandi imprese ma non ha mai trovato la continuità che una grande squadra deve avere per raggiungere gli obiettivi.
Gattuso peraltro già subito dopo il fischio finale di Napoli–Juve è stato chiaro: “Dopo le prossime tre gare vi dirò se siamo guariti, ci faranno capire che tipo di campionato possiamo fare”. Il Napoli infatti affronterà nel’ordine Sampdoria, Lecce e Cagliari. Tutte avversarie che sulla carta la squadra vista contro la Juve dovrebbe battere senza troppa fatica. Sulla carta, appunto… La classifica ad oggi invece dice altro e Gattuso lo ricorda proprio nel momento di massima euforia stagionale: “Valiamo 27 punti, tanti ne abbiamo 27 e questi valiamo, bastoniamoci da soli. Più di qualcosa ho sbagliato, tante problematiche ci siamo inguaiati da soli e dobbiamo solo lavorare e pedalare. Ora arriviamo prima possibile ai 40 punti, subito, velocemente, poi dopo vediamo”. Il difficile arriva adesso, insomma. Anche perché i tempi in cui battere la Juve poteva essere l’obiettivo stagionale del Napoli sono passati da un pezzo. Per fortuna.
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