Il Napoli non vale questa classifica: cosa c’è dietro la crisi

Viaggio nella crisi del Napoli tra voci sullo spogliatoio spaccato, ritiri e multe con un’unica certezza: la classifica non può essere questa.

La sconfitta casalinga subita sabato sera contro la Fiorentina, la terza consecutiva e la quarta in cinque partite di campionato per Gattuso, ha gettato il Napoli in una crisi che sembra davvero senza fine. Ed a preoccupare adesso è soprattutto la classifica considerando che nel prossimo turno al ‘San Paolo’ arriverà la capolista Juventus guidata dall’ex comandante Maurizio Sarri.

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Liti, ritiri, multe: la crisi del Napoli e una classifica bugiarda

Allan Mertens Ghoulam
Allan-Mertens, nervi tesi (Getty Images)

In realtà una delle poche certezze è che la rosa del Napoli, pur con tutti i limiti palesati sul campo, non vale sicuramente l’attuale undicesimo posto che pone gli uomini di Gattuso alle spalle di squadre come Verona, Torino, Parma o Cagliari. I risultati deludenti degli ultimi mesi, insomma, non vanno quindi addebitati esclusivamente a presunte carenze tattiche, tecniche o caratteriali ma anche ad evidenti problemi ambientali di cui il caso multe è stato forse solo la punta dell’iceberg. Cosa succede davvero dentro lo spogliatoio del Napoli? Cosa c’è di vero sulle voci che parlano di un gruppo spaccato? Le ultime, riportate da ‘Il Corriere dello Sport’, raccontano di un confronto molto acceso tra i ‘veterani’ Allan e Mertens con scambio di reciproche accuse. Come se non bastasse, a completare il quadro, ecco il ritiro annunciato ufficialmente sabato sera da Gattuso come precisa scelta dei giocatori e poi improvvisamente interrotto domenica pomeriggio: perché? Cosa è successo? Chi ha cambiato idea?

Numeri da retrocessione: come uscirne?

Insigne Milik
Insigne e Milik (Getty Images)

Adesso non resta che capire come uscire al più presto da una situazione sempre più preoccupante per evitare, come teme la piazza, di passare clamorosamente dal sogno Scudetto alla lotta salvezza. I numeri d’altronde non mentono: il Napoli ha perso cinque delle prime dieci gare casalinghe giocate in questo campionato cosa che era successa già nelle stagioni 1959/60 e 1997/98, chiuse entrambe con la retrocessione in Serie B. Inoltre in questo campionato solo il Brescia (7) ha perso più partite interne rispetto al Napoli. Ma di chi è la colpa? Forse in estate sarebbe servito più coraggio nell’affrontare una rivoluzione ormai inevitabile. Portare giocatori del peso di Callejon e Mertens a scadenza non si è rivelata una mossa azzeccata. Il tutto senza dimenticare le voci mai del tutto negate sulle possibili cessioni di Koulibaly e soprattutto Allan, altri due titolarissimi che quest’anno hanno reso ben al di sotto delle attese. Ora però non resta che ritrovare compattezza e tirare avanti fino a giugno quando finalmente il Napoli dovrà cambiare pelle anche a costo di tagli dolorosi. In tal senso una difficile ma non impossibile impresa domenica sera contro la Juventus potrebbe aiutare. Senza dimenticare ovviamente la Coppa Italia, unico realistico obiettivo rimasto in una stagione da archiviare al più presto. Ma prima bisogna salvare il salvabile.

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