Il day-after Lazio-Napoli è un giorno agrodolce, ma è la prova che la strada è quella giusta. Harakiri permettendo…
Se qualcosa può andare storto, allora lo farà. La legge di Murphy che sta attanagliando il Napoli di Gennaro Gattuso non lascia spazio a sofismi e a vezzi retorici. Il momento è complicato, con una sola vittoria nelle ultime quattro di campionato e due sconfitte con Inter e Lazio ai limiti dell’auto-sabotaggio. Eppure, qualcosa comincia a muoversi e a mostrarsi, nel torpore generale degli ultimi mesi.
Possiamo e dobbiamo dirlo senza alcuna paura: il Napoli meritava di vincere. All’Olimpico. Contro la Lazio (questa Lazio) di Simone Inzaghi. Il secondo tempo di ieri ha raccontato di una squadra in via di ripresa: sciolta, fiduciosa nel proprio palleggio e nuovamente capace di occupare stabilmente la metà campo avversaria. Manca ancora la capacità di creare occasioni su occasioni, ma il solito palo è stato colpito e vanno dati anche i meriti al sistema difensivo biancoceleste.
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La testa, banalmente e semplicemente. Il Napoli vive ancora in un profondo stato di crisi. Una crisi che va legata all’autostima e alla fiducia tecnica di questa squadra. Gattuso sta cercando di ricostruire meticolosamente le certezze di un gruppo, ormai svuotato di qualunque punto di riferimento. E nel farlo, si sta prendendo qualche rischio, al quale può essere ricondotta la follia (perché di tale trattasi) di Ospina sulla rete di Immobile.
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“La responsabilità dell’errore è mia, perché sono io che chiedo al portiere di uscire sempre dal basso e rischiare, era fondamentale per uscire dalla pressione della Lazio”. Gattuso l’aveva preparata così e nel post partita se ne assume le colpe. L’appoggio offerto da Ospina è stato spesso cruciale per allentare e superare la pressione alta dei biancocelesti. Un palleggio dal basso che il Napoli ha cercato e forzato correttamente anche con altri interpreti e che ha concesso agli azzurri di alzare il proprio baricentro e schiacciare la Lazio nella propria metà campo per tutta la durata del secondo tempo.
Nel calcio, però, a fare la differenza sono i risultati. E questi, stanno mancando tremendamente al nuovo Napoli di Gattuso. I soli tre punti raccolti nelle ultime quattro partite iniziano a delineare una classifica ormai ai limiti della tragedia greca, con la zona Europa sempre più lontana, partita dopo partita. Tuttavia, bisogna anche fare la tara con le ultime avversarie del Napoli, due squadre che in questo momento stanno brillando per rendimento e continuità nel nostro campionato.
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Complessivamente, il quadro di questo Napoli appare con tinte meno cupe di quanto, in realtà, si possa pensare. A Roma si è rivista una squadra con un’idea ben precisa e con le gambe nuovamente sciolte. Il secondo tempo dell’Olimpico (follia a parte) deve essere tutto ciò su cui Gattuso dovrà basare il proprio ciclo in azzurro. E con due giocatori di mestiere come Demme e Lobotka, anche il centrocampo tornerà presto ad essere il cuore pulsante di questa squadra. Questo Napoli può rinascere e può farlo soltanto attraverso la sua personalissima via crucis. Una strada fatta di rischi, sfortuna e qualche piccola (e rumorosa) caduta, ma è quella giusta. E di ciò deve convincersene anche il Napoli.
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