L’asse col Verona è una strada già percorsa dal Napoli che spesso in passato ha pescato dalle squadre ‘provinciali’. Ma è ancora quel tempo?
Le indiscrezioni delle ultime settimane sul possibile asse di calciomercato col Verona e il conseguente arrivo dei vari Rrhamani, Amrabat e forse Kumbulla al Napoli fanno molto discutere. In tanti infatti si chiedono se pescare dalle ‘provinciali’ sia ancora la strada giusta per una società entrata ormai da anni di diritto nell’elite del calcio italiano e già qualificata per gli ottavi di Champions League.
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Napoli, l’asse col Verona e una ricetta che non convince
A prescindere dalla qualità dei singoli giocatori ciò che si discute è se questi profili siano davvero in grado di aumentare il tasso di qualità del Napoli e soprattutto se non possano soffrire il salto in una piazza decisamente più esigente rispetto a quella scaligera. In realtà i precedenti fortunati in tal senso non mancano: da Jorginho a Di Lorenzo passando per Allan in tanti si sono consacrati top player proprio a Napoli arrivando da squadre meno blasonate o addirittura in lotta per la salvezza. Una società che vuole lottare per lo scudetto però forse deve puntare a qualcosa di più anche sul mercato, specie se i nuovi arrivati dovessero prendere subito il posto di giocatori già affermati e dati in partenza magari già la prossima estate. Il tutto senza dimenticare l’impatto sui tifosi che per mesi hanno sognato James Rodriguez o Icardi.
Rrhamani, Amrabat e co: rincalzi o titolari?
L’idea di sostituire Koulibaly con uno tra Rrhamani e Kumbulla o Allan con Amrabat, se così fosse, sembra un po’ avventata e non solo per la giovane età dei giocatori citati. Il Napoli di oggi infatti non è più quello di qualche anno fa quando i titolari si chiamavano Campagnaro, Paolo Cannavaro o Behrami. Il livello della rosa nelle ultime stagioni si è sensibilmente alzato, come peraltro dimostrano gli acquisti dei vari Albiol, Callejon e Higuain: tutta gente arrivata dal Real Madrid e non dal Verona o dall’Empoli. Ecco perché quella del nuovo asse di calciomercato con la società scaligera appare oggi un’idea superata dagli eventi e dal tempo. Il Napoli può e deve puntare più in alto in campo ma soprattutto fuori. Lo impone la storia, anche recente, di un club che vuole tornare a vincere dopo troppi anni di digiuno.