Pensieri, riflessioni e speranze natalizie dopo la vittoria del Napoli a Sassuolo. Gli azzurri hanno cominciato a camminare verso la luce?
Forse è ancora troppo presto, ma un passo è stato compiuto. Tra mille sofferenze, certo, ma intanto il Napoli ha cominciato a camminare verso la luce. E per quanto lo stesso Gattuso abbia ribadito dopo la partita che il tunnel resta ancora molto lungo, l’incantesimo è stato rotto. Otto partite dopo, gli azzurri tornano a vincere, nonostante sessanta minuti da incubo. La prima ora di gara contro il Sassuolo è stata un saggio di tutto quello che una squadra di calcio non dovrebbe mai essere. Un’ora che ha visto Fabian Ruiz manifesto ideale del malessere tecnico ed emotivo di questa squadra, per larga parte in totale balia dei neroverdi e incapace di opporre resistenza al proprio destino.
Poi la partita è cambiata. La rete di nervi di Allan ha suonato la carica in quello che è stato un crescente risvegliarsi dal letargo. Il Napoli ha attaccato in maniera disordinata e nevrotica, ma lo ha fatto disperatamente e incessantemente, divorando occasioni su occasioni fino alla rete vittoria nei minuti di recupero. Sassuolo è stata presa dopo cinque anni dall’ultima volta e lo spauracchio più sette dalla zona retrocessione è stato allontanato.
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Per quanto Sassuolo-Napoli abbia lasciato pochissime cose da salvare, una in particolare va tenuta stretta e messa alle fondamenta del nuovo ciclo di Gattuso: l’essere di nuovo squadra. Al di là delle facile retoriche sull’esultanza finale, ha colpito la crescente fame con cui la formazione azzurra ha cercato, voluto e alla fine ottenuto i tre punti. Da qui bisogna ripartire, anche perché il 2020 comincerà con cinque partite che potrebbero svoltare (in positivo e in negativo) la stagione del Napoli: Inter, Lazio, Perugia, Fiorentina e poi Juventus. Quattrocentocinquanta minuti che diranno molto sul futuro degli azzurri e su una stagione ancora salvabile. E allora, meglio rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, perché la posta in palio sarà altissima e gli accorgimenti da attuare restano tanti. Tuttavia, un piccolo sorriso lo si può già scorgere sul volto di Ringhio Starr: il Napoli è tornato ad essere una squadra. Ancora malata e sofferente, ma pur sempre una squadra.
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