De Laurentiis dà fiducia ad Ancelotti, ma è un binomio che viaggia su un filo sempre più sottile. Anche perché il tutto sembra un po’ artefatto…
“Batti, ragionier Ancelotti, batti!”: in un fantozziano dialogo, il succo delle parole (riportate e non pronunciate ndr) di De Laurentiis potrebbe riassumersi così. Fiducia al buon Carletto, quindi. Anche se, onestamente, è una fiducia che non trasmette troppa fiducia. Non ce ne voglia il patron azzurro, ma le sue sono sembrate parole di circostanza, gestite ad arte dalla comunicazione societaria e dal proprio consiglio di propaganda. Un “giù le mani da Ancelotti” che ha convinto poco e che, in realtà, sembra solo procrastinare qualunque terapia d’urto di un paio di settimane. La situazione a Castel Volturno non è delle più serene. Anche dopo l’assemblea costituente di lunedì. Il partito dei reazionari ha provato ad imporre le proprie regole per la nuova costituzione tecnica del Napoli, ma è palese che ormai la fiducia al governo Ancelotti si stia sgretolando giorno dopo giorno.
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A voler esser maligni, potremmo azzardare un’ipotesi. Da consumato uomo di affari, Aurelio De Laurentiis conosce che la realtà è meno immobile di quanto sembri e che, ad arte, può essere manipolata e variata a proprio piacimento. Partiamo dal fatto che serviva proclamare la fiducia incondizionata ad Ancelotti, senza dubbio alcuno. Anche per compattare una squadra che ormai si è scollata totalmente dal proprio allenatore. Le fughe di notizie e di malumori, rivelano uno spogliatoio per nulla coeso con il tecnico emiliano. E allora, meglio lanciare un segnale alla squadra, giusto per calmare le acque e mettere in cassaforte (si spera) sei punti tra Udinese e Genk.
Poi c’è l’altro lato della medaglia, the dark side of Aurelio che ieri è trapelato più di quanto sembri. Le parole “riportate” (poniamo ancora una volta l’accento su questo aspetto) potrebbero essere alla base del machiavellico piano del patron azzurro. Delegando il proprio pensiero alla voce di un’altra persona, De Laurentiis si è messo al riparo da eventuali incidenti diplomatici. Perché verba volant, ma quelle registrate no. Parole che, se pronunciate dal patron stesso, avrebbero avuto davvero il senso pieno e reale di una fiducia incondizionata ad Ancelotti. E Dio non voglia, per quanto ne dica ADL. Questo Napoli zoppica e non decolla, prospettando uno scenario apocalittico anche per gli appetiti del presidente: rosa svalutata e incassi Champions a rischio. Uno scenario che la società si prepara a cambiare, anche a costo di rivoluzionare la guida tecnica. “Intanto però sorridiamo, Carlo: ci sono le telecamere”, ed è meglio rimandare sfuriate e scenate tra le mura di Castel Volturno.
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