Il Napoli di Ancelotti si fonda su un equivoco e anche bello grande. Un equivoco che sta compromettendo l’intero ciclo azzurro
E’ un momento estremamente negativo per il Napoli. Un momento che ci spinge ad indagare e ad analizzare, fino a renderci conto delle criticità stesse di questo club. Con un occhio più attento, possiamo notare che il ciclo tecnico ancelottiano ha problemi strutturali seri, a partire dalle fondamenta. Un problema che ha nello stile manageriale di Ancelotti il principale capo d’accusa. Ancor prima che nelle sue idee tattiche, dirette conseguenze di una filosofia e di una gestione non adatte ad un gruppo come quello napoletano. L’asino casca nella dissonanza di idee tra la squadra e l’allenatore: il Napoli era reduce dal triennio sarrista, dove ha imparato ad esaltarsi (solo ed esclusivamente) attraverso una gestione ben specifica del tecnico toscano. Allenamenti intensi, sedute tattiche meticolose e un calcio codificato su misura degli interpreti: queste le caratteristiche base con le quali Sarri ha tirato fuori il meglio dai suoi ragazzi.
Potrebbe interessarti anche –> Ancelotti, fiducia almeno fino alla gara con il Genk. Resta vivo il nome di Gattuso
Il Napoli non è per Ancelotti e Ancelotti non è per il Napoli
Ancelotti, invece, si è dimostrato gestionalmente opposto alla precedente guida tecnica. Il suo Napoli lavora meno durante la settimana, tra allenamenti meno intensi e sedute tattiche scarne. E durante i weekend, gioca un calcio fin troppo sciolto per le caratteristiche e la predisposizione dei propri calciatori. Da una parte, quindi, pesa troppo l’ancelottiana prassi ad avere a che fare con calciatori a loro volta abituati a prepararsi per conto proprio e a decidere le partite con letture e intuizioni avulse dal sistema tattico. E dall’altra, invece, pesa troppo la mancanza di un allenatore da campo che guidi passo passo e aiuti ad emergere una squadra ancora non pronta (per uomini e curriculum) per un autogestione del genere. Adesso, non sappiamo se sia più grave essersene accorti soltanto dopo una stagione e mezzo, o l’aver continuato imperterriti, noncuranti della catastrofe imminente. L’importante è che ce se ne renda conto dopo questo faccia-a-faccia e si agisca di conseguenza.