Liverpool-Napoli, il pareggio di Anfield è ossigeno puro in un ambiente che ha rischiato il collasso. C’è vita tra le file di Ancelotti?
Avevamo lasciato questa squadra sulle gambe, quasi tra le macerie di un progetto tecnico mai decollato realmente. Abbiamo scritto per settimane di uno scollamento ideologico tra tra i tre Stati del Napoli (società, tecnico e giocatori) e iniziato a fare la scorte per l’apocalisse. Poi, per fortuna c’è il campo e l’imprevedibilità del calcio, che tra cliché e frasi fatte ha regalato un 1-1 di grande carattere. E’ stato il pareggio di Ancelotti, delle scelte di formazione del tecnico emiliano, che dopo tante visioni da oracolo, ha indovinato il piano gara adatto per la gara contro il Liverpool. Scelte di formazione che si sono unite ad un momento psicologico particolare, con la società che si è dimostrata disposta a dialogare con il gruppo. Un segnale distensivo che ha abbassato, forse, i toni e alleggerito le gambe (già pesanti) degli azzurri in vista di una trasferta così insidiosa come quella di Anfield.
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Il piano partita concepito da Ancelotti è stato ben chiaro, soprattutto in difesa: compattarsi in fase difensiva con il solito 4-4-2, abbassando il proprio baricentro e tappando gli spazi nella propria trequarti, per impedire le scorribande centrali dei Reds. Una scelta che ha costretto il Napoli ad un compromesso, lasciando le fasce più scoperte sui ribaltamenti di gioco avversari e accettando di conseguenza i cross in area del Liverpool. Va da sé, quindi, che il piano ancelottiano in fase di possesso contemplava già la difficoltà biblica fatta questa sera nel palleggio. Per non cadere nella trappola del pressing alto avversario, gli azzurri hanno provato sistematicamente a verticalizzare in maniera rapida per superare la prima linea di pressione e sfruttare gli spazi aperti alle spalle di questa o dei due centrali inglesi (vedasi il gol di Mertens).
Al di là dell’analisi tattica, colpisce l’atteggiamento all’italiana perpetrato dal Napoli con grande attenzione per tutti i novanta minuti. Un atteggiamento che non ci si aspetterebbe da una formazione a pezzi psicologicamente, come dimostrato dagli azzurri nell’ultimo periodo. Una fiammella di speranza nel buio pesto che è stato l’autunno azzurro. Certo, sarebbe un errore pensare che la pagina sia stata cambiata del tutto. I dubbi sui rapporti squadra-società restano e sono ancora forti. Così come quelli riguardanti la gestione Ancelotti. Intanto, però, la vera reazione è arrivata. Con il pareggio di Liverpool, la formazione azzurra resta imbattuta in Champions League e la qualificazione agli ottavi ora dista un punto. Semplici segnali di ripresa, da tenersi stretto, però, per il futuro immediato. Che Anfield non diventi un inutile e avvilente rimpianto.
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