“Ibrahimovic al Napoli” e le altre mille voci di mercato che sono deflagrate (puntuali) durante la sosta per le Nazionali
Ci sono cose che da sempre si accoppiano perfettamente: la t-shirt nera con il jeans, il vino rosso con carne, il cuzzetiello del pane con il ragù e le voci di mercato con la sosta per le Nazionali. Ibrahimovic, Florenzi, Berge e le mille cessioni che il Napoli si troverebbe costretto a fare nell’immediato futuro: sulle prime pagine dei quotidiani nazionali e dei principali siti specializzati, la formazione azzurra è tra le più chiacchierate sia per gli affari in entrata che per quelli in uscita. D’altronde, la situazione nebbiosa e poco chiara che ricopre la società azzurra alimenta ancor di più il proliferare di tali rumors. Ed è altrettanto chiaro che, in tempi di profonda crisi, quest’ultimi rappresentano l’oppio perfetto per una piazza ormai inferocita e frustrata per il momento generale della squadra.
Ibrahimovic, Berge e Florenzi: al Napoli serve una distrazione?
Tre nomi e tre profili che potrebbero aiutare il Napoli a rialzarsi in campionato e a sollevare il morale della piazza. Stando a quanto riportato dall’edizione odierna di Corriere e Gazzetta dello Sport, De Laurentiis starebbe pensando ad un triplo colpo (due più uno) per gennaio: Sander Berge (mediano del Genk) e Alessandro Florenzi (in un’operazione che vedrebbe coinvolto anche Hysaj, in uno scambio-bis con la Roma). Acquisti che sarebbero essenziali in un eventuale passaggio dal 4-4-2 al 4-3-3. E poi, ci sarebbe il sogno Ibrahimovic, uno di quei profili che da solo riempirebbe il vuoto emotivo che questa squadra e la gestione stessa di Ancelotti stanno generando.
Ecco, di qui, il punto nodale della situazione: per quanto il mercato di gennaio non sia mai stato storicamente un serbatoio di acquisti importanti per il Napoli, quest’anno la storia potrebbe essere diversa. E basta addentrarsi nelle logiche di Aurelio De Laurentiis per lanciarsi in un’ipotesi azzardata e non così inverosimile. Un grande acquisto, uno di quelli che calamiterebbe l’attenzione della piazza (un po’ come fu l’arrivo di Ancelotti al posto di Sarri) e che potrebbe risultare il ramoscello d’ulivo verso un ambiente ormai fratturato e sconfortato. Uno slancio d’orgoglio di un presidente, che spesso ha rimediato ad addi e partenze di peso, con acquisti di medesima portata. Almeno nella teoria. In quella spicciola e approssimativa teoria della sosta per le Nazionali.