Napoli-Ancelotti, un anno dopo cambia tutto: intorno all’allenatore emiliano c’è una strana aura di nervosismo. Dov’è finita la proverbiale simpatia del buon Carletto?
E’ stata una conferenza stampa strana, quella che ha accompagnato l’avvicinamento a Napoli-Salisburgo da parte di Carlo Ancelotti. Le risposte sono state come sempre semplici, senza alcun volo pindarico e con quello spiccato aziendalismo che il tecnico emiliano ostenta e padroneggia in ogni occasione. Eppure, tutta la conferenza è stata attraversata da una strana tensione, una sorta di elettricità nervosa che ha circondato la figura di Carlo Ancelotti. Niente più sorrisi, niente più motti di spirito e altre goliardie alla Carletto.
Chi ricorda le conferenze della scorsa stagione, ricorderà un Ancelotti socrateggiante, con tutto il suo carisma ed il suo essere sé stesso che tanto ha incantato e catturato. Un anno dopo, la dialettica e il linguaggio del corpo del tecnico emiliano appare mutato completamente. Piccoli, pacati nervosismi che si sono mostrati appieno nell’ancelottiano commento alla scelta di mandare in ritiro la squadra da parte della società e l’ancelottiano interrompere la domanda di un giornalista indirizzata a Kostas Manolas e il suo affiatamento con Koulibaly.
Ancelotti è nervoso e fa molto bene ad esserlo
Certo, è lapalissiana vedere un allenatore poco tranquillo all’indomani calcistico di un settimo posto in campionato e di una stagione già compromessa a novembre. Sarebbe strano il contrario. Ancelotti è nervoso fa bene ad esserlo. Chiunque, in questo momento della stagione, si sarebbe aspettato un Napoli anni luce avanti a quello attuale. Non solo per risultati e posizione in classifica, ma anche e soprattutto per gioco e assimilazione dei concetti di gioco. Dopo soli due mesi la formazione del tecnico emiliano è già tremendamente fuori dalla lotta Scudetto (salvo miracoli e/o annessi), previsione impensabile dopo i giubili e gli sforzi di mercato compiuti dalla società durante l’estate. E l’unica speranza degli azzurri è trasformare questo nervosismo in energia positiva per risollevare le sorti di una squadra mai come adesso bisognosa del bel giuoco.
Giancarlo Colono