Ancelotti ha bacchettato i media nel pre-partita contro il Verona, ma altro che frottole: la posizione di Insigne racconta una grande verità
Che il rapporto tra Lorenzo Insigne e Carlo Ancelotti non sia serenissimo e sempre aperto al dialogo, non è certo un mistero. Un tira e molla fatto di amo et odio, fasi sentimentali e tecniche che si alternano continuamente, tra due personaggi che sono agli antipodi per imprinting mentale e approccio caratteriale. Da una parte c’è un fumantino, uno che non bada troppo alla forma come Insigne. Dall’altra, il leader calmo, quel bonaccione abituato a vincere senza mai alzare la voce, come Carlo Ancelotti. Dopo la sfida contro il Genk e la tribuna a sorpresa del capitano azzurro, se ne sono scritte, lette e sentite di ogni colore. Lo stesso tecnico emiliano ha bacchettato i media nella conferenza pre-Verona, alludendo alle tante frottole sparate nel corso degli ultimi giorni. E invece, la posizione di Insigne contro gli scaligeri può raccontare una grande verità.
Insigne, Raiola e Ancelotti: gli Stati Generali riportano Lorenzo al centro
Dopo un avvio di campionato da esterno sinistro (non senza qualche problema), Insigne torna al fianco della punta, come visto contro il Verona. In realtà, sarebbe limitativo dire che il capitano azzurro abbia giocato nei due d’attacco, anche perché Ancelotti lo ha schierato più accentrato, nel tentativo di scompigliare l’organizzazione difensiva dei gialloblù e di dare qualità alla manovra con le sue doti di regia avanzate. Lavorando tra le linee, di concerto con Callejon e Fabian Ruiz, Insigne si è allontanato dalla sinistra, affare contro il Verona di Amin Younes e poi del subentrato Zielinski. Per la prima volta in stagione, il numero ventiquattro del Napoli è sceso in campo non da esterno mancino, un dato che si è materializzato dopo l’incontro a Castelvolturno tra Raiola, Giuntoli, Ancelotti e lo stesso Insigne. Credere ad una coincidenza sarebbe tanto sbagliato quanto credere in una qualsivoglia teoria dietrologica. Eppure, è plausibile immaginare che gli Stati Generali, convocati in settimana, possano aver messo d’accordo le vedute dissonanti di Insigne e Ancelotti, disegnando un nuovo, possibile compromesso tra i due. Un intreccio che andrà sciolto nelle successive giornate, studiando con attenzione le prossime partite del Magnifico. Chissà che non sia dovuto occorrere la mediazione di uno poco diplomatico come Mino Raiola per mettere pace nel marasma tattico e tecnico generatosi tra Insigne e Ancelotti. E chissà che non sia dovuto occorrere quest’incontro per dare ad Insigne la giusta collocazione tattica nel nuovo Napoli di Carletto.