Quando si nomina Lorenzo Insigne, Napoli si spacca in due: mini-viaggio nel personaggio del Magnifico, nel tentativo disperato di comprendere il perché di tale scisma
Mettere tutti d’accordo quando si parla di Lorenzo Insigne è praticamente impossibile. A Napoli lo scisma tra lorenziani e anti-lorenziani affonda le proprie radici da molto lontano, in un’incomprensibile tendenza del tifo partenopeo nel polarizzarsi su posizioni completamente opposte. Il tutto può risalire all’agosto nel 2014, in quel Napoli-Athletic Bilbao in cui il rapporto tra Lorenzino e il tifo ha cominciato a farsi complicato. In realtà, comprendere le cause dell’eterna spaccatura che è presente tra i napoletani quando si parla di Insigne, è davvero complicato. Anche perché è complicata di per sé la piazza di Napoli ed è ancor più complicato il personaggio del Magnifico. Noi, da questa questione, ce la svigniamo con un dantesco nulla di fatto, manco fossimo giunti al nostro personalissimo «amor che move il sole e l’altre stelle».
Insigne ha bisogno di amore, Napoli di un condottiero
Tuttavia, è nostro obbligo provare a capire e a indagare quelli che sono due personaggi come Insigne e (personificato) il tifo di Napoli. Il capitano azzurro è un emotivo, un calciatore che ha bisogno costante di sentire attorno a sé l’amore e la fiducia di chi lo circonda: l’amore della società, quello del tecnico e quello ancora del pubblico. Il tifo napoletano, invece, è quello che pretende il condottiero, quello che si lascia ammaliare e rapire solo dai personaggi casanovisti: senza scomodare personaggi storici, Cavani, Higuain, Reina, Koulibaly, Hamsik (per citarne i più recenti). E’ l’insita incompatibilità caratteriale tra una parte del tifo campano e il capitano azzurro, che porta Insigne a danzare tra picchi di amo et odio con il resto della piazza. E poi, quella spada di Damocle, quell’essere napoletano che lo costringe (secondo quella parte di tifo) a dare il 300% ogni partita. Un 300% preteso, attenzione, non certo desiderato. Dopo sette anni in azzurro restano ancora misteriose le cause reali di questo astio del tifo (una parte) verso Insigne, mentre resta pressoché certa l’insanabile frattura tra i due personaggi. Una frattura che può essere sanata soltanto dal tipico slancio di ipocrisia, che suole affliggere una certa frangia del tifo napoletano dopo un’eventuale cessione.