Insigne fatica a trovare feeling con il 4-4-2 ancelottiano, mentre in Nazionale continua a sfornare ottime prestazioni. Le parole di Dossena sull’argomento
Continua a tenere banco in casa Napoli la questione relativa a Lorenzo Insigne, che ha portato al faccia a faccia avuto ieri tra il suo procuratore Mino Raiola e la dirigenza partenopea, assieme al tecnico Carlo Ancelotti. L’alchimia tra il tecnico emiliano e il capitano azzurro continua a mancare, e il rendimento in campo ne è la prova. Continui alti e bassi di Lorenzo iniziati la scorsa stagione proprio con l’arrivo di Ancelotti sulla panchina del club azzurro, mentre in Nazionale continua ad esprimersi al meglio nel 4-3-3 del CT Roberto Mancini, che esalta al meglio le sue qualità. Ciò che sembra stia creando più problemi ad Insigne sembra essere la sua collocazione tattica nel 4-4-2 del tecnico emiliano, in cui si trova troppo distante dalla porta e non riesce ad essere incisivo come ci ha abituato negli anni passati. Non è un caso che la sua miglior prestazione in questa stagione sia arrivata nella gara di Firenze vinta 4-3 dagli azzurri, dove l’attaccante di Frattamaggiore, schierato in quell’occasione esterno nell’offensivo 4-2-3-1 ha siglato due gol e un assist per Callejon, disputando una partita di altissimo livello. E non è un caso nemmeno che la maggior parte dei 10 gol siglati nel campionato scorso siano arrivati nella prima parte di campionato, dove è stato schierato attaccante, per poi regredire una volta spostato come esterno di centrocampo. In un momento delicato come questo, il Napoli ha bisogno di ritrovare il vero Insigne, e Insigne ha bisogno di ritrovare sé stesso.
Dossena: “Nel Napoli c’è qualcosa che non funziona. Insigne paga il rendimento collettivo”
Intervistato in esclusiva da CalcioToday, l’ex esterno del Napoli Andrea Dossena ha parlato tra i vari argomenti anche della sua ex squadra, sulla quale ha espresso alcune perplessità per ciò che ha fatto vedere in questo inizio di stagione: “Il Napoli non lo taglio fuori, sarebbe prematuro, ma mi aspettavo una partenza sprint con Ancelotti al suo secondo anno in panchina, invece gli azzurri stanno andando a rilento. La società ha fatto un grande mercato, Lozano va aspettato, Manolas è un autentico pezzo da novanta ma qualcosa continua a non funzionare. Un ruolo importante spetta anche alla società, perché se l’allenatore viene messo in discussione la squadra lo percepisce, soprattutto quegli elementi che giocano meno e che magari vorrebbero trovare più spazio”.