Napoli-Verona, una partita nella partita, quella che giocherà Carlo Ancelotti con sé stesso, il gruppo e la piazza azzurra
Liverpool e Lecce avevano fatto pensare al definitivo salto di qualità di questa squadra, arrivato finalmente dopo un calciomercato ragionato ed esaustivo. E invece, il Napoli di Ancelotti è crollato come un castello di carte nel giro di 360 minuti, tra Cagliari, Brescia, Genk e Torino. Squadra spenta, priva di idee e qualche malumore che inizia a venir fuori. Lo scialbo 4-3-3 visto in campo contro i granata è stata la prova inconfutabile del tentativo demoancelottiano di giungere ad un compromesso con la squadra, con il tecnico emiliano mai apparso così in difficoltà e smarrito nelle proprie idee da quando è al Napoli. La sosta ha portato con sé tante buone notizie (dalla doppietta di Elmas al ritorno al gol di Milik) e qualche cattiva notizia (l’infortunio di Lozano su tutti), ma potrebbe aver portato anche consiglio ad Ancelotti che contro il Verona continuerà a giocarsi la propria credibilità e quella del proprio sistema.
La domanda principale, ora, che affligge gli esperti di probabili formazioni è la seguente: il Napoli tornerà alle origini per la sfida contro il Verona? O riproporrà il 4-3-3? Un quesito che nasconde moltissime insidie e che richiede un viaggio bello e buono nella testa di Carlo Ancelotti. Continuare a giocare con il 4-3-3 visto a Torino sarebbe la prova schiacciante che, alla fine, ha avuto la meglio il gruppo e il suo desiderio di tornare ad un calcio più codificato su numeri e posizioni a loro meglio conosciuti. Tornare, invece, al 4-4-2 tutto calcio liquido e posizionale, sarebbe il tentativo audace di Carlo Ancelotti di affermare e difendere le proprie idee ed il proprio sistema tattico, al di sopra di qualunque cosa. Chiaro che peserà molto la prestazione, anziché il risultato, contro il Verona. Il Napoli sembra essersi smarrito nella mente e nei pensieri dello stesso Ancelotti, ma ha voglia di ritrovarsi per non vedere il proprio campionato chiudersi già in autunno. E contro gli scaligeri, il tecnico emiliano avrà l’occasione di tornare sui propri passi e ridisegnare un nuovo ciclo tattico in azzurro, o provare ancora una volta la validità e l’efficacia delle proprie tesi. Al campo l’ardua sentenza.
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