Per la generazione millennial è un simbolo, l’emblema del ragazzo che dalla provincia del calcio arriva alla celebrità e poi, quasi per caso, vince un Mondiale e pure da protagonista. D’altronde, chi non ha sognato insieme a noi quella notte del 9 luglio 2006. Un rigore che ci regalò la quarta stella, e forse un mito come quello di Fabio Grosso. L’ex Palermo, Inter, Lione e Juventus è arrivato in Serie A a 24 anni, con la maglia del Perugia, e da lì non si è più fermato. La prima presenza in Nazionale del terzino dell’indimenticabile notte di Berlino è stata nel 2003, a 26 anni. Esattamente l’età di Giovanni Di Lorenzo, che con Grosso ha più di qualcosa in comune. Magari non 4850, come cantava Daniele Silvestri, ma i punti di contatto fra un Campione e un aspirante tale sono diversi. Speriamo davvero che sia così.
L’inizio in Serie C, la lunga gavetta e poi l’affermazione un po’ tardiva nel calcio dei big, ma da lì in poi una carriera incontenibile. Così come Di Lorenzo. Lucchese, Reggina, la parentesi al Cuneo, poi il Matera e infine l’Empoli, con la prima in A lo scorso anno a 25 anni suonati. E che prima stagione in Serie A: numeri e prestazioni da vero e proprio leader, in barba a quel Cancelo pagato fior fior di milioni e non così superiore in campo. Un’escalation da brividi per Giovanni, che però adesso non si ferma più. Mancini lo ha premiato con la Nazionale e di questo passo lo premierà anche con Euro 2020. E chissà, magari continuerà sulle orme di Fabio Grosso, per regalare all’Italia un altro grande sogno. Dalla Serie C al tetto del mondo.
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