La sosta per Ancelotti arriva nel momento peggiore: fra vedove e “ricordati che devi morire” saranno 14 giorni di fuoco per il Napoli
A volte sarebbe bello fare come quegli animali che quando tutto si complica se ne vanno in letargo. Ma purtroppo non si può, e quindi dobbiamo soltanto prepararci ad affrontare la piaga più piaga che possa capitare a un povero cristo che segue il Napoli senza quella tendenza alla disperazione che invece sembra ormai essere peculiarità di un certo tipo di tifoso del Napoli. Ed ecco che la sosta diventa un possibile fosso, e nei peggiori incubi è esattamente il fosso che stiamo per affrontare. Una squadra in crisi di risultati e di gioco, contrapposta a una milanese che “sta tornando” e a una Juve che l’ha pure asfaltata, portando in trionfo Sarri e addirittura il redivivo Higuain, autore del gol vittoria.
Peggio di così c’è soltanto la morte, o forse no. Perché ciò che ci attende è qualcosa di molto peggio: una sorta di Walking Dead in salsa calcistica dove a ogni angolo puoi trovare chi l’aveva detto che saremmo morti tutti, chi ogni settimana avrebbe mandato in campo quelli che non hanno giocato e chi addirittura manderebbe a casa Ancelotti prima di subito. In testa nel girone di Champions, a -6 dalla vetta in campionato e con qualcosa come 40 partite da giocare ancora da qui a fine stagione. Ovviamente – e che ve lo dico a fare – tutte sicuramente perse o pareggiate 0-0. Buon Dio.
Niente tuttappostismo, le critiche ad Ancelotti ci stanno: ma andateci piano!
Chiariamoci, prima di passare per tuttappostisti: di cose che non vanno ce ne sono parecchie, con buona pace del re del tuttappostismo, che è proprio Carlo Ancelotti. Tante, troppe, al punto che per raccogliere tutte le critiche stiamo preparando un articolo a parte, altrimenti in questo qui saremmo sfociati nel romanzo di formazione. Ma in realtà le obiezioni da muovere al Napoli di Ancelotti sono sostanzialmente le stesse del dopo Genk, e le abbiamo già trattate abbondantemente. Per fortuna ci sono due settimane nelle quali Ancelotti potrà provare a riflettere e a lavorare con chi resta a Castel Volturno per dare al suo Napoli una strada (che sia una!) da seguire. Ma saranno 14 giorni terrificanti, nei quali il Mister farà bene a spegnere radio e tv e a non comprare nessun giornale fino alla prossima di campionato.
Era tanto che il Napoli non andava così male e tantissimo che non era così brutto: forse bisogna tornare all’ultimo Donadoni per trovare un simile scoramento. Purtroppo è detonata una bomba che stava là, parcheggiata da chissà quanto, una bomba che si è caricata della frustrazione di tanti che non aspettavano altro per cantare il de profundis. Ci sono le immancabili “vedove” degli allenatori precedenti, i soliti che aspettano De Laurentiis al varco e poi i pessimisti cosmici, quelli che non importa cosa va male basta che ci sia qualcosa di cui lamentarsi. E per due settimane a chiunque venga in mente di interfacciarsi con tifosi e “esperti” non resterà che piazzarsi in trincea, a rispondere colpo su colpo ad ogni invocazione all’Apocalisse. Le 14 giornate di Napoli, appunto, stavolta contro chi vuole trascinarci in un vortice di depressione e nichilismo.
Spalla a spalla si può! Guida per sopravvivere alle 14 giornate di Napoli
In fondo basta davvero poco per tornare allo “spalla a spalla” di benitezziana memoria. Che ci sia qualcosa che non va è evidente, e il primo ad accorgersene sembra essere proprio Ancelotti. Finalmente. Tutti, tutti ce ne accorgiamo, non penso ci sia una sola persona contenta di come sta giocando il Napoli in questo momento. Ma il confine da non superare è quello dell’auto-flagellazione. Non guardiamo il bicchiere mezzo pieno ma almeno proviamo a focalizzarci su quella bottiglia che ora è chiusa ma che può essere stappata da un momento all’altro. In serie A sono 6 punti dalla Juve, in Champions il Napoli è primo (primo!) e il fatto che le prossime partite siano come queste qui è soltanto una supposizione, delle più pessimistiche. Basta pochissimo per riprendersi e ripartire alla grande. Gli azzurri sanno giocare molto meglio di così, lo sanno loro e lo sappiamo anche noi: basta togliere il tappo a quella bottiglia per poter brindare come speravamo. Quaranta partite, ragazzi, mancano più di QUARANTA PARTITE fra campionato e Champions. Davvero volete già portarci all’altro mondo? Aspettate, che prendo il fucile!