Torino-Napoli, tre motivi per temere i granata di Walter Mazzarri

Torino-Napoli sarà un match complicato per Ancelotti e i suoi: tre motivi per temere gli uomini dell’ex Walter Mazzarri

Zaza Torino Napoli
Zaza e Belotti (Getty Images)

Siamo soltanto al 6 ottobre, eppure il Napoli è già arrivato al primo vero crocevia della propria stagione. Questo Ancelotti lo sa, anche se avrebbe preferito arrivarci più comodo ad una trasferta così complicata come quella di Torino. Nel giro di dieci giorni, gli azzurri sembrano aver perso gran parte delle proprie certezze e gli infortuni arrivati nel reparto offensivo non hanno che peggiorato la situazione attuale. E per la prima volta da quando siede sulla panchina del Napoli, Carlo Ancelotti appare sotto esame. Un esame al quale il tecnico emiliano arriva con più interrogativi che risposte. Dall’altra parte, poi, ci sarà un avversario affamato di vittoria e voglioso di rialzare la testa contro un avversario di spessore come la formazione azzurra. E sulla panchina del Toro siede uno come Walter Mazzarri, che il Napoli occhio e croce lo conosce molto, molto bene.

Torino-Napoli, tre motivi per temere i granata di Walter Mazzarri

Ancelotti ha tre buonissimi motivi per temere il Torino di Walter Mazzarri. I granata sono una squadra ben rodata e attrezzata, anche se spesso e volentieri si concede delle piccole pause contro avversari di minor lignaggio. Ed è qui che risiede la prima ragione per temere gli uomini del buon Walterone: il Toro è una squadra che si esalta nei grandi appuntamenti (soprattutto in casa), come già mostrato in questo altalenante avvio di stagione, battendo Sassuolo, Atalanta e Milan, e perdendo contro Lecce, Parma e Sampdoria. Il secondo motivo, invece, sta nell’attacco dei granata: Andrea Belotti sta vivendo un grandissimo momento ed è l’uomo da temere per la difesa (rimaneggiata) di Carlo Ancelotti. Il capitano del Toro è uno che ci mette fisico e grinta, nonché uno specialista del gioco aereo, materia lacunosa per la retroguardia azzurra senza la presenza di Koulibaly o Maksimovic al fianco di Manolas. Infine, il terzo motivo è da ricercare nella sempreverde legge dell’ex: Simone Verdi è a caccia di vendetta contro quel Napoli che lo ha sedotto e abbandonato nel giro di un anno, voglioso com’è di dimostrare a tutti (ex tifosi in primis) che non è un pacco, ma anzi un possibile rimpianto per il futuro.

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