Koulibaly, dopo due stagioni con la maglia del Genk, il senegalese tornerà nella città che lo ha consegnato al grande calcio. E lo farà da uomo
Quando arrivò in Belgio nell’estate del 2012, il Napoli era alle porte dell’ultima stagione in azzurro di Edinson Cavani. In panchina sedeva ancora Walter Mazzarri e Lorenzo Insigne era un semplice giovane di belle speranze, dopo un’annata da sorpresa a Pescara. Certo, ne è passata di acqua sotto i ponti da quel giorno. Dopo sette anni e centinaia di presenze in giro per l’Europa, Koulibaly è pronto a tornare nella sua Genk, la città che lo ha salutato da ragazzino e che adesso si appresta ad abbracciarlo come uomo. Con la maglia dei belgi, il centrale senegalese ha totalizzato ben 93 presenze, fino all’estate del 2014, periodo in cui Benitez decise di portarlo al Napoli. Un acquisto passato in sordina e che dopo un anno aveva già fatto rimpiangere ai tifosi l’addio di Federico Fernandez (non stiamo scherzando). Il primo anno in azzurro di Koulibaly fu un disastro e qualcuno ebbe l’ardire di urlare al pacco. Per fortuna, la musica cambiò presto.
L’evoluzione di Koulibaly, contro il Genk per tornare top-defender
Di come il ciclo sarriano e sarrista lo abbia reso uno dei migliori centrali difensivi al mondo, è ormai cosa saputa e risaputa. Koulibaly è cresciuto di pari passo con il Napoli, supportandolo fino alla completa ascesi al paradiso partenopeo, il 22 aprile 2018. Un processo di simbiosi con la cultura e la città campana, che ha trovato in quell’imperioso stacco di testa il suo completamento definitivo. Koulibaly è napoletano a tutti gli effetti, al punto che la piazza è disposta a perdonargli un po’ tutto, anche quando toppa clamorosamente, come in questo breve avvio di stagione. Tra autogol a Torino e qualche prestazione poco convincente, il rosso giunto contro il Cagliari è stato il terzo indizio che ha fatto una prova: il senegalese non è al top della condizione. E in un Napoli ora più che mai bisognoso del miglior Koulibaly, quel ragazzone d’ebano deve necessariamente tornare leader di questa squadra e della sua difesa. E quale occasione migliore che la partita contro il Genk: nella città in cui è nato calcisticamente, Kalidou è pronto a tornare punto di riferimento e colonna portante del Napoli di Carlo Ancelotti.