Insigne, Zielinski e Fabián Ruiz, tre personaggi in cerca d’autore, o meglio di un ruolo. Nel Napoli di Ancelotti condividono la stessa sorte
Nella complessa opera letteraria e teatrale di Luigi Pirandello, i sei personaggi in cerca d’autore vanno a caratterizzare una delle produzioni artistiche più innovative, complesse e particolari del ventesimo secolo. E nel Napoli di Carlo Ancelotti, tre calciatori in cerca di ruolo come Zielinski, Fabián Ruiz e Insigne potrebbero riuscire in un intento simile, completando la squadra azzurra come una delle più attrezzate e innovative d’Europa. Non esageriamo, anche perché c’è da dare un merito (almeno per le intenzioni) al tecnico emiliano: il disperato tentativo di far coesistere tre calciatori delicati dal punto di vista tattico e in alcuni casi doppioni fra loro.
E’ chiaro, non è che d’un tratto Zielinski, Fabián ed Insigne siano diventati lo stesso archetipo di calciatore, anzi. Il polacco, lo spagnolo ed il napoletano (e non è l’incipit di una barzelletta) sono tre elementi estremamente diversi fra loro, ma che hanno un punto in comune: ciascuno di loro dà il proprio meglio sulla sinistra. E’ un po’ il paradosso di questo Napoli ancelottiano, che nell’abbondanza di qualità e di estro annida un potenziale problema di disequilibrio e discontinuità. Un dilemma che attanaglia il tecnico emiliano ogni qualvolta c’è da disegnare l’undici titolare.
Nel democristiano modo di vivere un organico ampio e profondo come quello napoletano, Carlo Ancelotti ha intrapreso la via della fluidità. Nelle idee di gioco e nelle scelte di formazione. Il tecnico emiliano ha sperimentato e variato più soluzioni, alla ricerca di una definitiva che contemplasse il maggior utilizzo possibile di talento e qualità. Il triangolo Insigne-Zielinski-Fabián, simbolo di questa volontà, poggia tutto su una base che sotto, sotto angoscerà (si fa per dire) il buon Carletto. Figuriamoci se uno come lui, con la sua conoscenza ed esperienza non sappia perfettamente che Zielinski, in quel ruolo da tuttocampista, è quasi imprigionato e che uno come Fabián non diventi un altro calciatore quando decentra e avanza la propria posizione sulle corsie esterne.
A voler essere maliziosi, ci si accorge del patto col diavolo fatto da Carlo Ancelotti nel corso dell’ultimo ritiro pre-campionato. La corsia di sinistra è affare di Insigne e l’imprinting è chiaro: con lui in campo, sono Fabián e Zielinski a dover trovare spazio altrove, poco importa che il capitano stia mostrando un po’ di difficoltà per taglia e polmoni nel ripiegare come quarto di centrocampo. Il problema principale, allora, rischia di essere il seguente: sulla base di quanto visto nel ciclo ancelottiano, non è che i calciatori più adatti a giocare come quarto di sinistra siano Fabián Ruiz e Zielinski, anziché Insigne? Un quesito al quale Carlo Ancelotti sta evitando (forse) di rispondere, nel tentativo continuo e disperato di far coesistere tutti e tre all’interno dello stesso undici titolare.
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