Napoli, dopo i primi 450′ di campionato è giusto farsi una domanda: Piotr Zielinski ha ancora margini di crescita?
E’ difficile aprire un pezzo su di lui senza citare le parole che Maurizio Sarri gli riservò per definire il suo talento. E allora proviamo a farlo con un’altra citazione, di stampo prettamente scolastico e ancor più banale: “Il ragazzo è bravo, ma non si applica”. Ora, lungi da noi voler sostenere che Piotr Zielinski sia uno scanzonato scansafatiche che ama specchiarsi nei propri cambi di direzione e nelle proprie sventagliate a tutto campo. Assolutamente no. Tuttavia, non facciamo torto a nessuno nel dire che uno come il polacco, con quei piedi e quel talento, potrebbe fare molto di più.
Arrivati al suo quarto anno con la maglia del Napoli, però, è lecito farsi una domanda: Zielinski ha ancora margini di miglioramento? Un quesito che potrebbe nascondere più insidie dell’aspettato. Teoricamente, sì: uno come il polacco ha ancora davanti a sé immani margini di crescita. Un potenziale fisico e tecnico che potrebbe consacrarlo come uno dei migliori centrocampisti in Europa. La risposta reale ed effettiva, però, è implicita in quella precedente: l’eccessivo utilizzo di se, ma, potrebbe, sarebbe quando si parla di Zielinski rivelano la grande ambiguità di giudizio che lo avvolge.
Usciamo subito allo scoperto: il titolo di questo paragrafo è volutamente provocatorio. Ciò non significa che ne celi (del tutto) il pensiero alle spalle. Piotr Zielinski ormai è questo, un calciatore dal grandissimo talento effettivo, ma che egli stesso mantiene potenziale nel momento in cui il suo rendimento resta a corrente alternata. E’ la continuità la base dei grandi giocatori. Per essere tale, al polacco mancherebbe soltanto questa. Ha fisico, ha gamba, ha intelligenza tattica, è ambidestro e ha due piedi da mozzare il fiato. Eppure, Piotr continua a sembrare il controverso protagonista di un romanzone sovietico, acceso a tratti da incontenibile flusso narrativo e poi da momenti di flemmatica banalità.
E in tutto questo, la collaborazione con Ancelotti non sembra dare i frutti sperati (almeno ad oggi). Il tecnico emiliano continua a sballottolare il polacco tra il centrocampo e la fascia, con lo stesso Zielinski che fatica a trovare la dimensione adatta nel calcio posizionale disegnato da Ancelotti. E dal canto suo, l’ex Empoli non riesce a garantire con continuità quello che in teoria avrebbe nel suo repertorio. Contro il Cagliari, il polacco è stato tra i più opachi in campo ed il suo piattone dal limite, proprio sul finale di gara, è la summa del suo essere. Se avesse voluto, avrebbe potuto tirare giù la porta con un terra-aria dei suoi, ma non l’ha fatto. E i motivi sono tutti da ricercare in quello strano e contraddittorio mondo che è il talento di Piotr.
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