Napoli-Cagliari non è stata una partita da ricordare per i napoletani. Eppure, questi sono sempre a caccia di un colpevole: perché?
Cinque partite, tre vittorie e due sconfitte. Bisogna ammettere, non è forse l’inizio che in tanti si aspettavano, sopratutto dopo una campagna acquisti rinvigorente e qualche proclama di troppo in estate. La frenata contro il Cagliari ha fatto rumore. Tanto. Un suono sordo e assordante che si è amplificato con le vittorie di Inter e Juventus. Il Napoli è già stato messo sulla graticola da una fetta consistente della piazza, esasperatamente legata alla propria mania e alla propria ossessione di trovare un colpevole a tutti i costi.
La tendenza all’auto-sabotaggio, d’altronde, è una peculiarità tipica della tifoseria napoletana, soprattutto negli ultimi anni. Quella stessa tendenza che porta al disertare le tribune o a denigrare il proprio tecnico o il proprio capitano, perché mossi da chissà quale illuminazione ascetica divina. Per carità, è diritto e dovere del tifoso quello di incazzarsi e agire di pancia, ma a volte il troppo è troppo. E’ l’insopportabile retorica del senno del poi o del te l’avevo detto, quella che muove l’opinione pubblica del tifo partenopeo verso un odioso dato di fatto: non esiste equilibrio.
E’ chiaro, non è intenzione di questo pezzo fare di tutta l’erba un fascio, ma è innegabile che il clima, soprattutto nei momenti no, abbia toccato punti insostenibili. C’è una parte di Napoli, ormai radicata ed ostinata, che è sempre tesa alla ricerca di un colpevole: una volta è colpa di Ancelotti, un’altra volta è colpa di Insigne e un’altra volta ancora è colpa di De Laurentiis. Una serie di alibi e accuse che ieri, dopo la sconfitta contro il Cagliari, si sono triangolate in un insopportabile sagra del “Hai visto? Te l’avevo detto!”.
Perché se perdi 0-1 contro il Cagliari è colpa di Ancelotti che ha sbagliato formazione e non sa allenare. E’ colpa di Insigne che si divora l’ennesimo gol davanti al portiere e non l’ha decisa da solo. E’ colpa di De Laurentiis che ha comprato Lozano e Llorente, invece, di cacciare i soldi e prendere James e Icardi. E allora basta, tagliamola breve: anziché vomitare sentenze, meglio tirare un sospiro e ragionare di conseguenza. Questo Napoli è forte ed il campionato è ancora lungo. Magari terminerà ancora senza titoli, ma gli Scudetti non si sono mai vinti o persi in autunno. E la città lo dovrebbe sapere bene: 2016 e 2018 insegnano.
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