L’equivoco sul ruolo di Lorenzo Insigne rischia di diventare un problema per il Napoli. Juventus e Liverpool sono due campanelli d’allarme.
Anche in una delle notti più belle nella recente storia del Napoli c’è un cono d’ombra ed è legato all’equivoco sul ruolo di Lorenzo Insigne. Nella squadra quasi perfetta ammirata contro il Liverpool, infatti, proprio il capitano è sembrato un pesce fuor d’acqua tanto che i due gol, forse non solo per caso, sono arrivati quando Insigne era già seduto in panchina.
Partenza sprint e frenata con la Juve: i primi dubbi sul ruolo di Insigne
Sia chiaro, Insigne non può e non sarà mai un problema per il Napoli bensì una risorsa e non solo per le indubbie qualità tecniche. L’amore che lega il suo capitano alla squadra e alla città, insomma, non sono in discussione. L’equivoco sul ruolo però rischia di protrarsi per tutta la stagione facendo del male sia al diretto interessato che alla squadra intera. Insigne d’altronde nel 4-4-2 schierato ormai abitualmente da Ancelotti non ha ancora trovato la posizione ideale per esprimersi al 100%.
Già nella scorsa stagione, ad esempio, Insigne aveva sofferto l’accentramento nel ruolo di seconda punta tanto che nelle prime uscite di questa stagione è tornato molto più defilato a sinistra con maggiore libertà di accentrarsi e provare la conclusione a rete.
Se con la Fiorentina, avversario sulla carta alla portata del Napoli, le cose erano andate più che bene con Insigne autore addirittura di due goal e altrettanti assist, allo ‘Stadium’ contro la Juventus sono sorti i primi interrogativi sul ruolo di esterno di un vero e proprio 4-4-2.
Esterno o seconda punta: dove schierare Insigne nel 4-4-2?
A Torino infatti l’equivoco su Insigne nel Napoli 2019/20 sono improvvisamente esplosi, forse anche a causa di una condizione fisica non ottimale. Fatto sta che dopo l’infortunio del capitano e la sua sostituzione obbligata la squadra si è quasi ‘liberata’ rimontando tre goal alla Juventus in pochi minuti. Non solo un caso, forse.
Anche contro il Liverpool, come detto, Insigne si è sacrificato nel ruolo di esterno sinistro ma davanti a differenza dei vari Callejon, Mertens, Lozano e perfino Llorente non si è proprio visto. Segno che il grande lavoro in fase di copertura toglie lucidità al capitano proprio quando dovrebbe incidere negli ultimi venti metri.
D’altronde la stagione migliore di Insigne sotto il profilo realizzativo resta quella 2016/17, la prima dopo Higuain, quando schierato da Sarri nel tridente dei piccoletti con Mertens e Callejon di goal in campionato ne realizzò addirittura 18. Ben otto in più dell’anno scorso.
La conferma di come avvicinarlo alla porta sia l’unico modo per far sì che Insigne sia una risorsa e non diventi mai un problema per il Napoli.
di Letterio Donato