Napoli, niente scuse: dopo un’estate tra Icardi e rinnovo, questa dovrà essere la stagione di Milik. Il polacco sarà pronto?
Tutti ti vogliono bene quando ti rompi un crociato. E in questo senso, Arek Milik è diventato una sorta di beniamino dei napoletani. Tre stagioni all’ombra del Vesuvio per il polacco, le prime due travagliate da due orrendi infortuni al ginocchio. A margine, una dozzina di reti e una media-gol da acquolina in bocca. Poi c’è stata l’ultima stagione: 47 presenze e 20 gol stagionali, un bottino da centravanti vero per Milik, anche se il rapporto con la tifoseria ha iniziato ad essere paradossalmente meno lineare.
A Napoli, qualcuno in città ha perso gradualmente la compassione e la comprensione verso il polacco. E complice anche il suo non aver mai piazzato la zampata nei big match (nazionali ed europei), una fetta del tifo azzurro ha cominciato a preoccuparsi. E sulle ali della psicosi-Cavani, lasciataci in dote dall’estate 2018, qualcuno ha iniziato a gridare al: “Ci vuole il top player!”.
E questo grido di protesta, è stato alimentato anche e soprattutto dalla telenovela Icardi, centravanti che il Napoli ha inseguito nel corso dell’estate, senza successo. Una trattativa che ha generato dubbi e punti interrogativi su e in Arek Milik, sul quale Ancelotti però ha dato segnali ben chiari: “Punteremo ancora su di lui”. Intanto, non sono passati inosservati i problemi iniziali sul rinnovo contrattuale del polacco, a scadenza nel 2021 e forse il primo clamoroso scettico su sé stesso in azzurro.
Speculazioni a parte, una cosa resta certa: l’effetto-Icardi, che si appresta a riverberare l’insoddisfazione per il suo mancato arrivo sulle prossime prestazioni di Milik. Per una fetta di tifoseria, è stato come essere al ristorante, aspettare al tavolo un succoso asado argentino, e invece ritrovarsi un piatto di pieroghi polacchi. Che saranno anche buonissimi, ma bisogna dar sempre fiducia a certi piatti provenienti dall’est.
Ed è proprio la fiducia che quest’anno sembra aver meno il polacco, soprattutto da parte dell’ambiente. Anzi, più che meno fiducia, sembra esserci meno credito per Milik: dopo tre anni di “Vabbè, è reduce da due infortuni”, “Ha bisogno di carburare”, “E’ ancora giovanissimo”, anche quella parte di tifoseria che l’ha sempre difeso a spada tratta, potrebbe diventare più esigente nei suoi confronti.
Intanto, Ancelotti ed il Napoli sembrano aver puntato definitivamente su di lui: l’arrivo di Llorente va letto anche in questo senso. Un centravanti capace di dare ricambio e di poter convivere con Milik, senza invadere i suoi spazi e la sua tranquillità tecnica e mentale. E proprio perché il polacco è stato messo dalla società in condizione di poter essere ancora una volta protagonista, quest’anno non deve essere quello buono, ma quello della definitiva consacrazione. E la consacrazione passa forzatamente dalle grandi notti: quelle di Serie A e quelle di Champions. Liverpool avvisato, si spera.
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