Quindici anni fa il Setterosa di pallanuoto salì sul tetto del Mondo ad Atene: la napoletana Lilli Allucci racconta quelle emozioni a Napolicalciolive.com.
Atene. 26 agosto 2004. Finale per l’oro olimpico di pallanuoto tra le padrone di casa della Grecia e il Setterosa guidato dal Ct Pierluigi Formiconi.
La piscina è una bolgia, il caldo è torrenziale. I tifosi di casa si fanno sentire con cori meravigliosi e con centinaia e centinaia di bandiere.
Ma dalla televisione si vede uno spicchio tricolore: i nostri tifosi, arrivati fino ad Atene per quella che sarebbe rimasta nella storia per la vittoria degli “Occhi di tigre”.
La storia della partita la conoscete tutti. Una vittoria meravigliosa grazie a un gol di Melania Greco nel secondo tempo supplementare.
Un’intera piscina ammutolita dall’impresa delle “belle e brave” ragazze del Setterosa.
Quello che non sapete è come questa vittoria è stata vissuta a chilometri di distanza, sugli spalti da qualche tifosa e amica della spedizione azzurra, da casa da qualche ex azzurra che ha anche indossato e onorato il tricolore nel periodo antecedente la spedizione greca o dall’acqua, con la fascia di capitano. Lilli Allucci, capitano del Setterosa, ha raccontato a Napolicalciolive.com le sue emozioni di allora.
Pallanuoto Setterosa, Lilli Allucci: “Quel trionfo ad Atene, che ricordi!”
Lilli Allucci, capitano del Setterosa di pallanuoto, racconta a Napolicalciolive.com le emozioni di quella splendida vittoria ad Atene: “Era la mia prima Olimpiade e sapevo che sarebbe stata l’ultima. Avevo solo quell’occasione, e non potevo fallire. Eravamo un gruppo meraviglioso che per anni aveva lottato per arrivare in quella piscina a giocare quella finale. Purtroppo non solo contro le avversarie ma anche contro gli stereotipi e le discriminazioni. Nel giorno della finale il tempo si era dilatato. Non vedevamo l’ora di giocare e di sapere il colore della medaglia, ma in realtà non volevamo perderci nessun istante di quella giornata indimenticabile. Tra scaramanzia e abitudini, andiamo in piscina. La Grecia ha la tranquillità di aver già fatto un’impresa a scendere in acqua per una medaglia e quindi mentalmente erano favorite. Noi ci stringevamo, eravamo pronte. La piscina era completamente bianco-azzurra. Il nostro Ct, tifosissimo laziale, continuava a dirci che erano i tifosi della Lazio venuti per lui. Io continuavo a immaginare che fossero tutti tifosi napoletani! Al fischio finale ero in panchina e ci misi qualche momento prima di tuffarmi in acqua a festeggiare: cominciai a fissare il tabellone per essere certa che era oro! E lo era davvero!!! Mi tremavano le gambe, avevo il cuore a tremila. Era il giusto riconoscimento per tutto il nostro bellissimo e durissimo percorso. Oggi come allora, mi emoziono a ricordare: abbiamo scritto la storia di questo sport!”
Ci racconta la sua anche Antonella Di Giacinto: “Qualche giorno prima della finale incontrai Chiara Formiconi, figlia del CT azzurro, e mi disse che sarebbe andata ad Atene per raggiungere la squadra. Mi venne una voglia esagerata di prendere un volo all’ultimo momento, ma alla fine la finale la vidi a casa. Alla fine della partita avevo le gambe che mi tremavano sia per l’emozione che per i salti e la tensione accumulata durante i 4 tempi. Pensai a quanto era stata dura per questo gruppo farsi strada per ottenere le pari opportunità e che quello era finalmente il momento di riscattare quei tanti rospi ingoiati negli anni pur di raggiungere l’obiettivo. Sarei voluta essere lì in acqua con loro ma ho messo tutto il mio cuore anche tifando a chilometri di distanza. Che sofferenza ma che gioia immensa. Cuore azzurro sempre!“.
Setterosa Atene 2004, il ricordo di Soana Spadoni a Napolicalciolive
Soana Spadoni, allenatrice dell’Europa Sporting club e detentrice dello scudetto categoria master F over 30, ci racconta la partita vista dagli spalti.
Soana Spadoni: “Ero in quella piscina con il viso pitturato con il tricolore. Accanto a me c’erano Chiara Formiconi, figlia del ct, e Gianni, il fratello di capitan Allucci. Intorno a noi solo greci che sventolavano centinaia e centinaia di bandiere mentre a noi italiani, pochi ma buoni, era stato riservato un piccolissimo spicchio di tribuna. Faceva un caldo esagerato, il loro tifo era da brividi e la piscina era una bolgia. Fu una partita pazzesca, con momenti di gioia alternati a momenti di rabbia. La vittoria, le lacrime di gioia e la soddisfazione per quell’oro la conoscete tutti. Quello che non sapete è che dopo la vittoria noi tifosi doc andammo a festeggiare nelle fontane di Calatrava e venimmo inseguiti dai vigilantes greci. Ma quel giorno ci era permesso tutto: eravamo nell’Olimpo della pallanuoto e il capitano Lilli Allucci era una delle mie più grandi amiche!”.
Paola Vaiola: “Dopo un’intensa settimana ricca di emozioni, finalmente il giorno della finale. Vidi la partita nel salone con mio padre. Da sportivi scaramantici, anche per il giorno della finale il mio posto sul divano rimase invariato. Il cuore carico di gioia che batteva all’impazzata e al fischio finale un urlo carico di gioia e abbracci che volavano. Mio padre, che di pallanuoto ne aveva vista e masticata a bizzeffe, continuava a elogiare quel gruppo: atlete e mister fantastici. Di quel gruppo io conoscevo quasi tutte: con alcune ci avevo giocato contro, altre erano state anche mie compagne di stanza nei lunghi campionati di serie A. Fu una vittoria meravigliosa ma ricordo esattamente che il pensiero andò a chi non era in quella formazione per scelte tecniche o perché poco prima aveva lasciato il Setterosa per scelte personali. Un gruppo così è difficile rivederlo“.
Silvia Consoli: “Ero sul divano di casa con mia figlia tra le braccia. Quel tripudio di emozioni, quella vittoria, le mie amiche in tribuna, le mie amiche in acqua a festeggiare: una giornata indimenticabile per tutti noi amanti della pallanuoto e dello sport in generale“.
Le tigri del Setterosa quel 26 agosto 2004 scrissero la storia, la più bella della pallanuoto femminile. Eppure a distanza di 15 anni nessuna di loro è mai stata coinvolta all’interno della Federazione, nonostante i loro sacrifici, il loro impegno, le loro competenze e le loro conoscenze. Saranno forse quegli occhi di tigre che mancano oggi al nostro Setterosa?
Ecco il video dei momenti più emozionanti della partita: