Aurelio De Laurentiis “saluta” Raul Albiol “a modo suo”, e ogni volta si ripropone la stessa domanda: perché?
“Per De Laurentiis bisogna capire l’aspetto caratteriale che mi pare riscontri qualche problema, Giuntoli dovrà capire se è compatibile con il nostro spogliatoio perché non possiamo avere problemi”. Semi-cit. dall’intervista di Aurelio De Laurentiis a Kiss Kiss. Il presidente del Napoli, fra le varie rivelazioni di mercato, si è esibito in quella che è un po’ la specialità della casa: il sassolino tolto dalla scarpa e scagliato con veemenza contro quello che fino a ieri era il suo migliore amico e oggi diventa improvvisamente un criminale di guerra. Vai a capire perché.
Ok Reina e i problemi palesati in seguito, ok anche Higuain che poi è venuto fuori in tutta la sua ipocrisia e il suo opportunismo. Va bene tutto, ma Raul Albiol è semplicemente un ragazzo di 30 anni che vuole tornare a stare vicino alla famiglia dopo una vita in giro per il mondo. Un ragazzo, un uomo, che questa maglia l’ha vestita 234 volte, sempre con onore, qualche volta addirittura perdendola in battaglia. Che motivo c’era di attaccarlo così, gratis, frontalmente, dopo che da almeno un paio d’anni rimanda questa decisione che era nell’aria da una vita?
Leggi anche — > Il clamoroso attacco di De Laurentiis a Raul Albiol
Napoli, De Laurentiis contro Albiol: quanto giovano questi attacchi gratuiti?
Quella specie di citazione con cui abbiamo iniziato, con Manolas che diventa De Laurentiis non è casuale. Quanto può pesare nello spogliatoio del Napoli sapere che oggi il tuo presidente ti tratta come suo figlio e domani come l’ultimo dei ladri? Quanto può incidere nell’attaccamento alla maglia di un calciatore sapere che oggi è capitato a Raul, leader silenzioso e uomo impeccabile, ma domani può capitare a chiunque?
Ma soprattutto, ed è una domanda che mi faccio spesso quando sento parlare il presidente… perché? Che senso ha? A chi giova?
Ci piacerebbe tanto saperlo.