Un titulo. Una rivincita importante, per un allenatore che a 60 anni suonati si è tolto finalmente di dosso la patina da “bello che non balla” ed è andato a vincere il suo primo trofeo. E che trofeo.
Certo l’Europa League non avrà il fascino patinato della Champions, ma negli anni è diventata una coppa di tutto rispetto, una coppa che solo in Italia ormai viene snobbata come trofeo di serie B. Maurizio Sarri vince, finalmente, vince e dedica la sua vittoria ai tifosi del Napoli. “A loro non sono riuscito a regalare questa gioia”, dice quello che a Napoli è ancora conosciuto e osannato – da qualcuno – come “il comandante”. Ma quella gioia potrebbe trasformarsi presto in delusione, se davvero dovesse concretizzarsi quella voce che lo vuole prossimo allenatore della Juventus. E comunque, a prescindere da questo, anche le altre parole del post-partita: quelle, forse, a Napoli nessuno avrebbe voluto sentirle.
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Sarri, il messaggio dal sapore juventino recapitato ai tifosi del Napoli
“Ho scelto di andare all’estero per non allenare subito un altro club italiano. Poi la professione ti può portare a fare anche altre scelte”. Tradotto, per chi vuole leggere tra le righe: potrei anche andare alla Juve, e se accadesse sarebbe una scelta professionale. Una scelta in controtendenza, una scelta molto lontana dal Sarri conosciuto a Napoli. Un po’ come il suo Chelsea, che di “sarrista” – nel senso più napoletano del termine – aveva ben poco. Nella notte di Baku sono tutti più allegri, compresi i tifosi che Sarri ha lasciato a Napoli. Il rischio è che ora possa diventare un po’ più Allegri anche lui.