Allegri ha sempre bollato il bel gioco come ‘il circo’. Proprio quello che lo ha eliminato dalla Champions League e che un anno fa lo fece tremare.
Dopo Juve-Ajax di ieri si può evincere una cosa già arcinota da anni. I bianconeri ed il bel gioco non possono coesistere. Loro ne sono avversi ed insofferenti, forse per la scarsa capacità a praticarne, pur avendo uno dei due migliori calciatori al mondo da questa stagione. E lo soffrono. Gli olandesi volanti hanno fatto quello che volevano nel secondo tempo, riuscendo ad ottenere il pass per le semifinali di Champions League. E mandando in frantumi le certezze di Cristiano Ronaldo e compagni di poter usufruire anche quest’anno di un percorso agevole dagli ottavi in avanti. Era stato così due stagioni fa, con un Barcellona disastrato e reduce dalla sua peggior stagione in tempi recenti a cui aveva fatto seguito il Monaco. Ed era stato così anche l’anno scorso contro un Tottenham si dotato tecnicamente, ma decisamente meno malizioso di questa Juve che ha sempre fatto affidamento sull’ingrossare i muscoli per vincere le partite. Accusa tra l’altro giunta dall’Olanda nel senso letterario delle parole, nei giorni scorsi.
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Juve-Ajax, la consapevolezza dei tanti limiti bianconeri
Fatto sta che ora nella Torino bianconera ci si fa più di una domanda su quanto sia stata una buona mossa quella di svenarsi e di mettere a rischio un nuovo bilancio per comprare un giocatore di 34 anni – per quanto integro e forte – che veniva a sua volta da tre Champions League vinte consecutivamente, oltre alle altre due alzate in carriera. Lì però la sensazione è che si sia persa la percezione di come funzionino le partite in ambito internazionale. Perché non è un mistero che la Juve in Italia sia vista con un occhio di riguardo e con una certa reverenza, per quanto questa cosa venga negata. E che la stampa tratti sempre i bianconeri con i guanti di velluto, al punto che ieri nel post-partita di Juve-Ajax si è cercato di buttarla ‘in filosofia’. Prima del match l’esito era già scritto: “Sotto col Manchester City in semifinale”. Dopo il fischio finale “ci proveremo l’anno prossimo, l’importante è partecipare”.
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Il ‘circo’, nuova puntata dopo Juve-Napoli del 2018
Intanto a fine aprile il bel calcio ha vinto di nuovo. Il ‘circo’, come lo chiama Massimiliano Allegri da Livorno, che ha spesso mostrato dei complessi di inferiorità con Maurizio Sarri da Figline Valdarno, pur guardandolo dall’alto in basso. È trascorso quasi un anno da Juventus-Napoli 0-1 e dalla zuccata di Kalidou Koulibaly. Gli azzurri di passi in avanti ne hanno compiuti, e non inganni la classifica di Serie A o un piede fuori dalla Europa League. L’anno di transizione che era stato definito necessario da Carlo Ancelotti e dal club azzurro sta andando molto bene. Il progetto avanza e le mosse da fare sono già ben delineate per l’estate. Perché bisogna rinnovarsi sia per crescere che per restare al vertice.
Fuori dalla Champions dopo mille proclami
Cosa che chi comanda ora con un calcio muscolare, con intimidazioni e capannelli attorno all’arbitro, con il Var spesso spento (vedesi Sassuolo-Juve e non solo) si è dimostrato incapace di fare. Che impressione avete avuto delle partite giocate dai bianconeri contro le big? Napoli in testa? Per questo non bisogna essere disfattisti e restare contenti della stagione azzurra, facendo gli opportuni paragoni. Chi ha iniziato l’anno tra mille proclami è stata la società bianconera. Chi ha pensato a lavorare a testa bassa, preferendo evitare le polemiche, è stata quella azzurra. E questo è l’atteggiamento giusto per diventare migliori.