Rimonta, in inglese come back. Il Napoli visto all’Emirates è sembrato lontano parente di quello che aveva messo in difficoltà Liverpool e Paris Saint Germain: ora c’è bisogno di qualcosa in più.
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“Non sono infuriato”, aveva detto Carlo Ancelotti alla vigilia di Arsenal-Napoli, ma forse invece farebbe bene, ad arrabbiarsi un po’. La squadra scesa in campo all’Emirates è parsa subito molle e sfilacciata, prima ancora che surclassata in ogni ambito. Una gara dove il Napoli è sembrato inerme di fronte a un Arsenal che però, va ricordato, all’Emirates è una corazzata davvero difficile da insidiare, mentre in trasferta è completamente un’altra squadra, una squadra in grado di segnare 32 reti e subirne 34. Per i processi ci sarà tempo e modo, se sarà il caso, ma nel frattempo c’è molto su cui riflettere, per non mettere la testa sotto la sabbia e far finta che va tutto bene. Le assenze pesano da morire, soprattutto quelle di Hamsik e Albiol, due scelte precise della società e dello stesso Ancelotti, che non ha voluto sostituirli sul mercato. Pesa il momento di appannamento fisico e mentale di una squadra che conta ormai 13-14 effettivi e sembra aver smarrito le certezze che aveva fino a qualche mese fa. Senza andare troppo a ritroso, basti pensare al Napoli visto qualche mese fa contro Liverpool e Paris Saint Germain. Una squadra irresistibile, che ha rischiato seriamente di vincere al Parco dei Principi e poi si è schiantata nel finale per una distrazione di Mario Rui, così come al San Paolo con la Stella Rossa. Le distrazioni di Mario Rui: forse uno dei pochi veri fili conduttori fra quel Napoli e questo qui.
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Carlo Ancelotti al termine di Arsenal-Napoli è sembrato molto fiducioso, sulle possibilità di come back, cioè rimonta della sua squadra: “Abbiamo possibilità, possiamo fare gol, dobbiamo crederci e provarci. Dobbiamo dare il 100% e metterci carattere”. Sicuramente c’è da crederci, o almeno da sperarci. Rimonta, remuntada, anzi come-back. Così si dice in inglese, riprendendo un verbo che significa anche ritornare. E mai come in questo caso calza a pennello. Bisogna rimontare, ma per rimontare deve ritornare il Napoli di ottobre-novembre, forse l’unico vero Napoli di Ancelotti visto finora. Come back, Napoli.
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