Marek Hamsik, ex capitano del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “Il Mattino” parlando della squadra azzurra e dei motivi che lo hanno spinto a volare in Cina.
Domenica scorsa l’esordio nel campionato cinese, ma Marek Hamsik sarà sempre legato a Napoli e al Napoli. L’ex capitano della squadra azzurra è tornato a parlare del suo rapporto in una lunga rilasciata ai microfoni de “Il Mattino”: “Per la maglia azzurra ho sempre dato tutto me stesso. Mi manca tutto, ogni cosa. Gli amici, il cibo. Quella è la mia casa, lo è stata per dodici anni. Mi manca sentire il San Paolo, il tifo della gente. Mi manca una partita come quella contro la Juve che è in grado di dare delle sensazioni uniche e straordinarie come poche altre”. Poi ha aggiunto considerazioni sul calcio cinese: “Ho imparato due parole soltanto. So dire ni hao e xiexie, ciao e grazie. Per il resto non ci provo neanche. Tutto mi sento tranne una star. Mi hanno accolto con affetto, con i fiori, sono tutti gentili, vedo grande professionalità. Ma devono trattarmi come fanno con gli altri. Il calcio cinese è diverso da quello della Serie A perché il livello medio è più basso, il ritmo differente e anche tatticamente cambia molto”.
Marek Hamsik, poi, ha ricordato anche i momenti passati vissuti in maglia azzurra con tanti allenatori che si sono succeduti nel corso di questi lunghi anni: “Reja è stato il primo che ho avuto quando ero davvero piccolo, con Mazzarri abbiamo vinto le prime coppe. Con Sarri abbiamo avuto l’orgoglio di aver giocato il calcio più bello d’Europa. E Ancelotti è un vero fuoriclasse della panchina”. E su Benitez: “Al di là delle troppe sostituzioni anche con lui il rapporto è stato buono. Però per il mio tipo di calcio i tre anni di Sarri sono stati straordinari. La panchina contro il Dnipro mi è pesata, e non poco. Non l’ho capito, però l’ho perdonato. Le notti sono state tutte emozionanti. A Londra con il Chelsea, ma anche Wolfsburg, Manchester, Dortmund, Parigi. Mi amareggia la sconfitta di Liverpool, con un po’ di fortuna agli ottavi di Champions saremmo andati noi”.
Infine, sull’addio ha svelato i motivi che lo hanno spinto a partire per la Cina: “Non è stato come volevo io, perché quando sono uscito dal campo con la Sampdoria non sapevo come sarebbe andata a finire. Ma è stato tutto rapido, improvviso. In poche ore ho detto sì e ho parlato ai miei compagni. Poi la trattativa si è prolungata ma in quei giorni sapevo che sarei andato via e che alla fine un accordo si sarebbe trovato. Ritornerò per salutare i miei tifosi come si deve”.
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