Si chiama Andrea Puntorno il capo-ultras della Juventus arrestato nelle scorse ore. Alle spalle ha una lunga serie di reati ed è ritenuto “minaccia sociale”.
All’indomani di Napoli-Juve giunge notizia dell’arresto di Andrea Puntorno. Si tratta di un pericoloso capo-ultras della curva bianconera. Originario di Agrigento, l’uomo era il leader dei ‘Bravi Ragazzi’ ed aveva vissuto a Torino per diverso tempo prima di fare ritorno nel 2017 nella sua terra natale. Ma il ruolo di riferimento all’interno del tifo organizzato juventino nascondeva, secondo gli inquirenti, ben altro. Puntorno infatti gestiva un remunerativo traffico di droga con il sostegno di Antonio Massimino, boss mafioso della malavita agrigentina. Gli investigatori della Dia hanno tratto entrambi in manette assieme a 30 persone dopo un blitz scattato su disposizione della direzione distrettuale Antimafia di Palermo. Per il capo-ultras della Juventus non si tratta nemmeno del primo arresto. Già altre due volte finì in carcere, sempre per reati legati allo spaccio di droga, dapprima del 2012 e poi nel 2014. In questa seconda circostanza venne condannato a 6 anni di reclusione e gli furono confiscati pure 500mila euro.
Puntorno venne inoltre sottoposto a regime di sorveglianza sociale per via della sua elevata pericolosità sociale. Come se non bastasse, nel periodo in cui aveva risieduto a Torino l’uomo avrebbe gestito anche un illecito giro di bagarinaggio grazie al quale aveva guadagnato somme ingentissime di denaro. Durante lo speciale di ‘Report’ che aveva riguardato i presunti rapporti illeciti tra la Juventus ed esponenti della malavita del suo tifo organizzato, Andrea Puntorno si era vantato del ruolo da lui ricoperto. “Non nego nulla, non è un reato vendere biglietti e comunque non l’ho fatto di persona. C’era chi lavorava per me. Ho guadagnato talmente tanti soldi da comprare due case ed aprire un panificio. I tagliandi arrivano dalla società, è sempre stato così”. E nonostante i suoi proventi, Puntorno dichiarava 2600 euro all’anno tra il 2004 ed il 2013. Al siciliano sono stati imputati anche altri gravi episodi in passato, come sequestro di persona, molestie e violenze.
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