Intervenuto all’Università di Salerno per il convegno di Sport ed Educazione organizzato dal Dipartimento di scienze umane e filosofiche, Simone Verdi, esterno offensivo del Napoli, ha parlato del big match di domenica sera contro la Juventus.
Queste le parole di Simone Verdi, ala d’attacco del Napoli, riportate da ‘IlMattino.it’ su Napoli-Juventus, sfida del San Paolo in programma domenica 3 marzo alle ore 20:30 e valida per la ventiseiesima giornata del campionato di Serie A: “Un gol con la Juventus? Non mi importa chi fa gol, l’importante è vincere. Il mio obiettivo ora è la continuità a Napoli, voglio mettere in difficoltà Ancelotti per essere titolare”. Sul tecnico Carlo Ancelotti: “Il mister è stato bravo ad inizio anno senza stravolgere la squadra. Ad inizio anno ho faticato fisicamente ma ora sto bene, voglio dimostrare tanto alla società perché ha creduto in me e mi ha portato qui. Il ruolo? Quando Ancelotti mi chiama in causa io mi faccio sempre trovare pronto al di là della zona di campo in cui posso giocare”.
Sulla possibilità che un successo in Napoli-Juventus possa segnare una svolta nella corsa scudetto: “Il campionato non è ancora chiuso, vogliamo vincere domenica per riavvicinarci sperando possa sbagliare qualcosa la Juve. E poi c’è l’Europa League. L’obiettivo di tutti è vincere qualcosa, quindi vogliamo arrivare fino in fondo”.
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Sull’addio di Marek Hamsik. “Con Hamsik non c’è stata alcuna rottura, la sua è stata una scelta di vita e va accettata perché ha dato tantissimo alla squadra e alla città. Ci manca perché non era solo un capitano ma uno che aveva peso all’interno dello spogliatoio. Non è il primo ad andare via, non sarà l’ultimo, ma siamo certi che resterà sempre un simbolo per Napoli“.
Il cambiamento tra il Bologna e il Napoli: “Sono passato al Napoli a 26 anni, ho fatto fatica un po’ nei primi mesi perché ho sentito tutta la differenza tra le due realtà. Lo scorso anno mi bastava dare l’80% per essere il migliore della squadra, quest’anno non mi basta più. È una bella sfida. Il momento più bello della carriera? Il debutto con la Nazionale è un’emozione unica. Ne sono orgoglioso. Ora non faccio parte del gruppo ma ci sto lavorando. Il periodo peggiore l’ho vissuto a Bologna: ero partito fortissimo e poi mi ruppi la caviglia, sono stato fuori per tre mesi e in quel periodo avevo perso le mie certezze. Gli infortuni sono pesanti da sopportare, ma se li prendi nel giusto modo ti fanno crescere. Gol con lo Zurigo? C’era poca gente al San Paolo ma era il mio primo gol europeo, è sempre una grande emozione”.
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