Arkadiusz Milik ha dimostrato per l’ennesima volta di essere la punta di sfondamento che fa al caso del Napoli. I ‘criticoni’ se ne rendano conto.
Da sempre deve fare i conti con le critiche, ma Arkadiusz Milik quando la porta riesce a bucarla diventa improvvisamente l’idolo delle folle. È così da quando è tornato in campo dopo i due gravi infortuni che ne hanno condizionato l’utilizzo da parte del Napoli. La pregevole doppietta realizzata contro il Parma domenica scorsa è la sesta in totale da quando gioca in maglia azzurra. Niente male per uno che in totale è rimasto fermo a casa in convalescenza per quasi 12 mesi. Altri numeri che giocano in favore di Milik sono i 29 gol in 70 presenze complessive con la maglia azzurra. E pazienza se gli si imputa di non segnare alle grandi: anche altri grossi campioni non l’hanno fatto quest’anno, vedasi Cristiano Ronaldo, la cui vittima più illustre in campionato è stato il Milan con un solo graffio. Ora il polacco si trova a 14 reti segnate nella Serie A 2018/2019, distribuite con una certa regolarità soprattutto da dicembre ad oggi. E non fosse stata per un misto di sfortuna e di mancanza di precisione che ha caratterizzato tutto il reparto offensivo azzurro, le reti siglate sarebbero potute essere anche di più.
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Milik, forte come pochi ma non tutti se ne ricordano
Ma il calciatore ha dimostrato ampiamente di essere il terminale offensivo del quale la squadra ha bisogno, checché ne dicano certi tifosi che parlano più di quanto pensino. Perché senza offesa, ma contestare Milik ed il suo andamento vuol dire non aver ben compreso certe cose. La media gol del numero 99 azzurro è di una marcatura ogni 103 minuti, meglio anche di Piatek e CR7 che occupano i primi due gradini della classifica cannonieri. Purtroppo però l’ex Ajax vive con il fantasma di Cavani sempre presente e con la voglia di alcuni di preferire il passato al futuro. Senza contare chi delle polemiche è un maestro di strumentalizzazioni. Quando non segna si dà adito ai soliti noti di contestare il Napoli, il suo presidente e la dirigenza.
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Arek Milik spesso solo un pretesto per contestare a prescindere
Come se fossimo al posto di una Roma od un’Inter qualsiasi, in preda a smobilitazione tecnica e sconquassamenti societari e di spogliatoio. Meglio tenersi un Milik che potenzialmente potrà segnare ancora tanti gol per i prossimi 5 anni anziché starsene con i debiti e con un 34enne in rosa, tanto per citare le parole di Antonio Corbo de ‘La Repubblica’, che mai come stavolta è stato molto bravo ad inquadrare quella che è la filosofia di De Laurentiis. Ovvero garantire un futuro roseo al Napoli sia in campo che fuori, consentendogli ogni anno di ben figurare in Europa e di poter lottare per traguardi non molto tempo fa impensabili.
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