Ancelotti: “Il mio Napoli come l’Atletico Madrid”

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Carlo Ancelotti accosta il suo Napoli all’Atletico Madrid ©Getty Images

Carlo Ancelotti esalta il suo Napoli e prende l’Atletico Madrid come esempio: “Abbiamo una precisa identità, per vincere però serve la furia agonistica”.

Bella intervista quella concessa da Carlo Ancelotti a ‘Il Napolsta’. L’allenatore azzurro parla alla vigilia di Parma-Napoli, un incontro speciale per lui, originario proprio di quella zona e che con i ducali a fine anni ’90 si è fatto conoscere ad alti livelli come allenatore, cominciando la sua strepitosa carriera che lo ha portato a vincere tre Champions League e molti altri trofei. “Una volta ero più rigido, ora invece non più. Sarà l’età, resto comunque intransigente quando si tratta di organizzazione tattica, movimenti senza palla, velocità di manovra e difesa alta. Diciamo che in principi restano rigidi, ecco. Non io. Tenere il pallone tra i piedi è importante per controllare la partita, ma non deve essere sterile. Anche il portiere è importante in ciò. A toccare più palloni sono proprio chi sta a guardia dei pali ed i due centrali, lo dicono le statistiche. Ma per me qualcosa non torna”, dice Ancelotti. “Questo vuol dire fare un possesso palla poco efficace, ma è la consuetudine delle altre squadre italiane”.

Ancelotti: “Voglio un Napoli con la cazzimma”

Solo il Napoli sa fare gol dopo venti passaggi. “Agli altri capita due volte all’anno, e vabbè che nemmeno a noi succede sempre. Di solito impieghiamo meno. In Atletico Madrid-Juventus gli spagnoli però non hanno mai giocato palla da dietro. Questo per evitare rischi e non scoprirsi. Forse non hanno nemmeno un portiere adatto a far ripartire l’azione, perciò hanno sfruttato le caratteristiche dei loro giocatori con un altro metodo. L’Atletico è una squadra dura: tutti pensino che giochi male ma non è così. È lui a far giocare male te. Hanno organizzazione sia tecnica che soprattutto psicologica, e badano alla sostanza anziché all’estetica. Mi piace il loro modo di fare, anche se la qualità a mio avviso paga sempre. Ma è pur vero che servono tante altre componenti per vincere, come grinta, fame agonistica, personalità e responsabilità. E diciamolo, la ‘cazzimma’. Voglio avere un Napoli così”. Per finire, Ancelotti si dice sicuro di aver dato una identità ben chiara al suo Napoli. “È così, e difatti le partite che ci è capitato di perdere sono quelle nelle quali siamo sembrati smarriti. Una cosa che adesso comunque non ci accade più, anche se qualche gara l’abbiamo toppata, Milan in Coppa Italia su tutte. Ma siamo pronti per finire alla grande la stagione”.

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Ancelotti: “Il ‘San Paolo’ è davvero scomodo”

Per il mister azzurro, la sua squadra deve ancora fare un ultimo salto a livello mentale. “Come esperienza possiamo migliorare, i nostri giovani devono maturare. Abbiamo Meret, Fabian Ruiz, ma anche Zielinski e Milik. Tutti loro devono riuscire a fornire lo stesso rendimento in affidabilità che i vari Koulibaly, Allan, Callejon ed Albiol sanno dare. L’Europa League è alla nostra portata. Il Napoli è molto vicino a riuscire a vincere, lo dimostra il campionato scorso. Lo scudetto sfumato ha portato tanta frustrazione, ma anche enorme consapevolezza che manca davvero poco per gioire. E quindi ci sono delle responsabilità da soddisfare”. Ancelotti dice la sua anche sul ‘San Paolo’ vuoto. “Vorremmo vedere più tifosi sugli spalti. Da parte nostra avremmo voluto battere Torino e Chievo, come avremmo meritato. Ma in un anno ci sta che qualche partita in casa la manchi, è accaduto pure alla Juve con Genoa e Parma. Ma lo stadio è quello che è. Obiettivamente, se fossi un tifoso non mi verrebbe così tanta voglia di andarci. È scomodo per diversi motivi”.

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