“Cristiano Ronaldo? Non ha vinto 5 Champions in realtà”. Parla il presidente dell’Atletico Madrid, Enrique Cerezo, dopo la vittoria sulla Juventus.
Ieri Cristiano Ronaldo è stato protagonista in negativo in Atletico-Juve, gara che i bianconeri hanno meritatamente perso. Gli spagnoli avrebbero potuto imporsi anche con un risultato maggiore rispetto al 2-0 del fischio finale. Ed il portoghese è parso estremamente nervoso sia durante la gara – dove è stato preso di mira dai tifosi di casa per via del suo passato ai rivali cittadini del Real Madrid- che dopo. Tanto durante i 90′ di gioco quanto successivamente, Cristiano Ronaldo si è lasciato andare ad un gesto provocatorio e di reazione agli sfottò dei supporters Colchoneros, che gli hanno dato del “moroso”, per via dei suoi problemi con il Fisco spagnolo. CR7 ha mimato la ‘manita’ ad indicare le sue cinque Champions League vinte. “Mentre l’Atletico ne ha zero”, ha detto poi in zona mista davanti ai giornalisti di casa.
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Cristiano Ronaldo, il presidente dell’Atletico lo capisce: “Era nervoso…”
Una reazione che non ci si aspetterebbe da un campione della sua levatura. Ed infatti oggi il presidente dell’Atletico, Enrique Cerezo, ne ha criticato l’atteggiamento. A Radio CRC il massimo dirigente biancorosso ha attaccato Cristiano Ronaldo dicendo: “In realtà di Champions ne ha conquistato tre, le due contro di noi non fanno testo e tutti sanno che non le ha vinte per davvero. Comunque non do grande attenzione al suo gesto, venuto in una circostanza di grande tensione. Posso capirlo e non lo condanno”. Il Var ha annullato un gol parso regolare all’Atletico e segnato dall’ex di turno, Alvaro Morata. “La moviola in campo dipende alla squadra alla quale viene applicata, per questo da tempo dico che la tecnologia non mi piace affatto e continuerà ad essere così. Contro la Juve abbiamo giocato una gara magnifica, il risultato ci sta anche stretto. Simeone? Lui è il fautore del ‘cholismo’, che è tutto per l’Atletico. Con lui possiamo sognare di andare ancora in finale. Pure lui si è lasciato andare ad un gesto poco carino, ma che era liberatorio e del tutto giustificato per quella che era la tensione del match”.
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