Ten years challenge. Come siamo, come eravamo. Se avete Facebook, Instagram o qualsiasi altro social non potete non esservi imbattuti nella moda del momento.
Un giochino semplice che sta avendo un successo travolgente: basta postare una foto di dieci anni fa e confrontarla con una attuale. Lo stanno facendo in tanti, dai calciatori ai comuni mortali, passando anche per il Napoli, che con un tweet ha ricordato la squadra del 2009. Per la cronaca c’erano Blasi, Bogliacino, Gennaro Iezzo e perfino Nicolàs Amodio al posto di Allan. Si sono cimentati anche diversi azzurri nella ten years challenge, gli altri siamo andati a scoprirli noi. Ad esempio lo stesso Allan: nel 2009 aveva 18 anni ed era una giovane promessa del Vasco Da Gama. Dieci anni nel calcio sono davvero tanti, e molti azzurri erano ancora praticamente dei bambini. Pensate, Gianluca Gaetano aveva solo 8 anni, Alex Meret appena 11, Amadou Diawara anche, Fabiàn Ruiz ne aveva 12, Marko Rog nemmeno 14, Arek Milik 15 non compiuti, Elseid Hysaj 15 ma già stupiva nelle giovanili dell’Empoli e Lorenzo Insigne era un 18enne che strabiliava nella primavera azzurra.
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Napoli, pochi gli attuali giocatori azzurri ad aver già debuttato tra i professionisti
Dries Mertens sembrava un bambino, José Maria Callejon giocava all’Espanyol e Raul Albiol, uno dei pochi ad essere già un calciatore famoso, era uno sbarbatello di 23 anni che giocava nel Valencia. Il 17enne Koulibaly invece muoveva i suoi primi passi nelle giovanili del Metz. Rimanendo sempre in Francia Faouzi Ghoulam doveva ancora attendere più di un anno prima di esordire nella prima squadra Saint-Etienne così come Kevin Malcuit, anch’egli a 17 anni. Stessa sorte per un altro 17enne, Mario Rui, in Portogallo. Nicola Maksimovic invece solo qualche mese in Serbia tra le fila dello Sloboda. A 16 anni invece Simone Verdi aveva già debuttato tra i professionisti con il Milan in Coppa Italia contro il Novara. David Ospina a 20 anni era già portiere titolare nel Nizza in Ligue 1. Com’era, com’è: in un decennio cambiano tante cose, ma alcune, per fortuna, restano intatte. Come lui, la bandiera, Marek Hamsik: stessa maglia, stessa esultanza, stessa cresta.
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