Gabriele Gravina, presidente della FIGC, parla della scelta di non fermare il campionato dopo Inter-Napoli: “Farlo vorrebbe dire far vincere i violenti. Mazzoleni ottimo, ma il clima era già teso alla vigilia”.
Nonostante le violenze che hanno contraddistinto Inter-Napoli, con scontri e cori razzisti tutti perpetrati dai tifosi di casa, il campionato non si ferma. Lo annuncia Gabriele Gravina, presidente della FIGC. Sky Sport riporta le parole del numero uno del calcio italiano. “Avevamo pensato di stoppare tutto, perché in questo clima non c’è la serenità necessaria per scendere in campo. Invece dopo una riunione con tutte le parti interessate, la decisione presa è che invece sabato la Serie A procederà regolarmente. E questa vuole essere anche una risposta a quelli che pensano che facendo certe cose possono tenerci in ostaggio. Ma il calcio italiano è di chi lo ama, non di chi crede di poterlo contaminare”. Gravina aggiunge: “Ho sentito in tanti, i vicepresidenti Sibilla e Micciché, la Lega Serie A e molti altri. C’è una visione condivisa sul fatto di non fermarsi. E tutti si affidano a me ed alla carica istituzionale che ricopro. Mi assumo la responsabilità di questa scelta e sono per la linea dura contro i violenti”.
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Inter-Napoli, “i violenti non vinceranno”
Il presidente FIGC dice anche: “Invito tutti a riflettere sul fatto che delle sensazioni sportive spettano al giudice sportivo. Il questore pensa all’ordine pubblico, così come gli altri attori in campo presiedono i propri compiti. Sui disordini all’esterno dello stadio con infiltrazioni di ultras di Varese e Nizza indagherà la Questura di Milano. Il mi devo occupare dei cori razzisti contro Koulibaly. È chiaro che possiamo fare molto di più, la regola dice che è possibile sospendere la gara attraverso alcuni garanti dell’ordine pubblico. Una cosa che l’arbitro invece non può fare. Occorre vedere se c’è modo di attuare però delle norme più facili, di questo ne parleremo in sede di Consiglio Federale. L’art 72.6 dice che “l’unico soggetto che può sospendere la gara è il responsabile della sicurezza”. Per questo Gravina pone un quesito: “Pensate che finimondo ne sarebbe venuto fuori altrimenti. Occorre tenere i toni sereni e tranquilli, Mazzoleni alla fine ha applicato alla perfezione le regole”.
Gravina punge ADL, ma dimentica altri
“Pensate che finimondo ne sarebbe venuto fuori altrimenti. Occorre tenere i toni sereni e tranquilli, Mazzoleni alla fine ha applicato alla perfezione le regole. Va detto poi che qualche affermazione della vigilia non ha contribuito ad addolcire il clima (le parole di De Laurentiis proprio sull’arbitro bergamasco, n.d.r.). Se una squadra dovesse lasciare il campo violerebbe le norme e verrebbe penalizzata con lo 0-3 a tavolino, come da regolamento”, chiosa Gravina. Ma le parole di De Laurentiis su Mazzoleni trovano fondamento in alcune direzioni arbitrali del passato. Su tutte la famigerata finale di Supercoppa Italiana di Pechino nel 2011, con una direzione discutibile ed appannaggio della Juventus. Il presidente del Napoli non ha fatto altro che fare gli interessi della squadra che gestisce investendo milioni.
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Soldi che però un fischio sbagliato possono mandare in fumo. E ha fatto gli interessi della sua squadra esattamente come Massimiliano Allegri ha fatto quelli della propria dopo il deludente pareggio della Juventus sul campo dell’Atalanta. In una partita dove il Napoli non c’entrava nulla, per l’ennesima volta l’allenatore livornese ha tirato in ballo gli azzurri, dimostrando al contempo di avere la memoria corta. In questo senso il lamento ed i bidoni dell’immondizia di Madrid sono già stati dimenticati dagli ambienti bianconeri e dalla stampa che li sostiene.
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